19/03/2024
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Musica Viviana Papilio 11 aprile 2021 16:35 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
I Muràl si sono presentati sulla scena musicale partenopea nel 2019 con “Habit”, brano inedito di sorprendente rifinitura se si pensa che alla pubblicazione del singolo avevano poco più di vent’anni.
Ritornano con “Deep”, canzone più decisa e graffiante rispetto al pezzo che l’aveva preceduta. Le linee melodiche introspettive ed eteree vengono ora messe in disparte in favore di una più cocciuta e dirompente linea ritmica. Il silenzio, durato oltre un anno e mezzo e lo spazio di vuoto che la pandemia ha generato introno a sé avviluppando in special modo il mondo della musica, è stato scacciato via da note energiche che s’impennano in un crescendo fluido e generoso ove i singoli strumenti, rincorrendosi e intrecciandosi armoniosamente, esplodono nello stesso istante.
I Muràl, ovvero Diego Varchetta (batteria), Francesco Caliendo (chitarre), Saverio Serpico (tastiere), Lorenzo Ferrara (basso) e Michele Durante (voce e autore del pezzo), vengono da una consolidata esperienza come tribute band. Sarebbe ingeneroso definirli “neo-artisti” solo in virtù della loro acerba età. La padronanza degli strumenti, la contezza musicale, lo studio di più generi ha dato vita ad un progetto già maturo e autonomo. Le diverse derivazioni stilistiche hanno probabilmente fornito una visione d’insieme composita e filtrata, ecco perché i diversi segmenti musicali forniscono già a primo acchito un’estetica geometrica gradevole e comprensibile, nonostante si tratti di un puro e nudo genere rock.
Genere rock alternativo che fluisce dalla più autentica tradizione british degli anni ’80-’90, omaggiata anche con la scelta di cantare in lingua inglese, ma che non si è impantanato staticamente nell’elegia del bel passato musicale, quanto piuttosto si è intersecato con i tempi correnti non lesinando di inserire una lieve traccia elettronica. Questo è “Deep”, l’ultimo nato in casa Mùral, un brano che ha tutte le carte in regola per potersi accomodare ed espandere nel vacuum discografico che il genere ha lasciato, con l’augurio da parte di chi scrive (cresciuta a pane e Smells like teen spirits) che ciò avvenga quanto prima.
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