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Manifestazioni Redazione 24 gennaio 2019 22:17 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
MARIHLIANO - Davvero una bella serata quella di martedì 22 gennaio, presso la Sala S. Sebastiano della Chiesa (Collegiata) di Marigliano, grazie a una partecipazione nutrita e attiva.
Siamo partiti da valori che, pensavamo scontati per una vita comune e di qualità: democrazia e partecipazione, comunità, diritti e legalità, solidarietà, uguaglianza e rispetto dell’alterità, collaborazione, condivisione, attenzione verso le fasce più deboli, ma che oggi stanno subendo un duro colpo!
Si sta sempre di più, invece, diffondendo una cultura individualista e conservatrice a discapito dei diritti umani e di una politica di accoglienza, di solidarietà, di rispetto.
Complice di tutto questo anche una strategia mediatica che alimenta la percezione dell’insicurezza, che genera un clima di paura e diffonde linguaggi e valori lontani dalla cultura giuridica italiana e dai principi della civiltà europea e occidentale.
Tanti sono stati gli interventi dei presenti, che hanno offerto spunti interessanti in un'atmosfera dialogante e costruttiva. Prima di tutto si è messo in evidenza che ci sono rare occasioni di incontro dove si può dialogare e soprattutto riflettere su problemi di carattere comune e sociali, e che sarebbe buona abitudine aprirsi sempre di più al dialogo, per costruire una città vivibile, a misura d’uomo ed uno stile di vita più partecipativo. Luoghi e momenti di incontro che rompano il silenzio assordante in cui siamo finiti. Non essendoci più discussione, viene a mancare anche quel patos razionale necessario per un cambiamento di rotta.
Erano presenti le Comunità parrocchiali, rappresentanti di ordini religiosi, le associazioni di volontariato, esponenti della politica, il Sindaco e molti cittadini.
Tanti gli interrogativi: siamo alla ricerca solo del consenso? Siamo individualisti? Soffriamo di "eventite"? Siamo più indifferenti o più prepotenti? Che fine ha fatto la solidarietà? Come si costruisce una comunità? La politica ci interessa ancora o siamo diventati fin troppo apatici? E perché? L'umanità ci appartiene o abbiamo smesso di essere umani?
Interrogativi che hanno bisogno di trovare risposte. Siamo convinti che: quando le cose vanno male tutti desiderano l’uomo forte che semplifica e decide per tutti e a cui ci si affida in modo fideistico;
quando non c’è più umanità, inizia la fine della democrazia e della civiltà, quando non c’è più umanità, a prevalere è l’egoismo. Quando non c’è più umanità, c’è la sopraffazione e l’incattivimento; quando non c’è più umanità, c’è l’imbarbarimento e la resa della libertà.
La retorica populistica e demagogica che fa leva sulla emotività e ignora la conoscenza sta avendo il sopravvento. A tutto questo noi abbiamo il dovere di opporci con la cultura e con la resistenza civile. Sicuramente questo incontro non può essere l’unico, ci rivedremo con chi ha partecipato, ma anche con tutti quelli che vogliono condividere con noi l’esperienza. Perché alle parole poi devono seguire le azioni, se vogliamo che qualcosa cambi.
"La vita è l'arte dell'incontro".
Associazione Oltremarigliano
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