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Manifestazioni Redazione 18 maggio 2018 21:04 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
NOLA - Giovedi 17 marzo, nella biblioteca del Liceo “Carducci” di Nola, Roberto Napoletano, ex-direttore del “Messaggero” e del “Sole 24 Ore”, ha presentato il suo ultimo libro: “Il cigno nero e il cavaliere bianco. Diario italiano della grande crisi” edito dalla Nave di Teseo. Questo testo non è “un saggio sulla crisi” dice l'ex direttore “è piuttosto un racconto su cosa ha rischiato l' Italia nel 2011: il default, il fallimento totale.”
“Rischiammo parecchio - continua Napoletano - soprattutto i primi giorni di novembre di quell' anno, quando lo spread era oltre i 500 punti e i nostri titoli, oltre il 7%, venivano acquistati solo dalla BCE. In sostanza, in pochi giorni, il nostro Paese sarebbe finito come la Grecia o l' Argentina. Fortuna - afferma - che vi fu un cavaliere bianco a salvare questo cigno nero, il quale è “ un evento, raro frutto, di tante cause improbabili che creano un danno gravissimo”.
Le cause che hanno condotto l' Italia ad una tale situazione furono molteplici. In primis, dice l'ex direttore, l' Italia “appariva poco credibile” al Mondo intero: le personali vicende dell' allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi- soprattutto il caso “bunga bunga”- avevano coinvolto l' intera nazione e ci facevano sembrare poco seri. Altra causa notevole fu senz'altro l' “ostilità che correva tra Berlusconi e l'allora Ministro dell' economia Tremonti”. Ma soprattutto, al di là di queste cause che sono senz'altro minori, v'erano problemi in Europa e nel Mondo. “Quando Lagarde-direttrice dell' FMI- offrì un prestito all' Italia, Berlusconi si difese molto bene e non lo accettò facendo notare che l'Italia possedeva un grande risparmio; anche Obama parteggiò per il Cavaliere e riconobbe il problema nell' Europa e non nell'Italia”.
Una delle cause principali fu “la furia dei mercati e difatti le banche italiane, in quei giorni, non avevano accesso al mercato”sostiene l'ex-direttore. “Ma l' errore imperdonabile che si sarebbe dovuto evitare-dice Napoletano- “ fu quello di Jean-CloudeTrichet, presidente della BCE nel 2008, che alzò i tassi d'interesse invece di abbassarli e diede circa 94 miliardi per salvare la Francia.” S'aggiunse, poi, la guerra libica e i bombardamenti che colpirono, in quelle zone, le basi dell' Eni. E dunque dinnanzi a tale scenario apocalittico non poteva apparire più adatto il titolo che Napoletano scelse il 10 novembre per il suo giornale: “Fate presto”. Fate presto per salvare il salvabile, per evitare ciò che di peggio possa capitare. “Erano a rischio, infatti, il lavoro e i risparmi di 2-3 generazioni di italiani”.
Uno degli uomini che salvò l' Italia fu il prof. Mario Monti, che “ha fatto tutto per il bene degli italiani, ha salvato l'onore dell' Italia imponendo tasse e sacrifici ai cittadini del Bel Paese”. Monti non sapeva parlare al cuore degli italiani ma di certo non fu “ il cameriere della Merkel, anzi vi furono tensioni tra i due ed egli si oppose, con coraggio, insieme ad Hollande, il francese buono, alla cancelliera tedesca”. Ma la rottura con la Merkel isolò completamente il Presidente della BCE Mario Draghi, che- dinnanzi ad una platea londinese- pronunciò la famosa frase: “Whatever it takes”, sarà fatto tutto il necessario.
Lui fu il cavaliere bianco, uno dei più importanti economisti, che si prese la responsabilità di bloccare la speculazione senza delibera di alcuno. Lui fu il cavaliere bianco che, insieme a Monti, salvò l' Italia dal baratro totale, dal fallimento totale. Oggi “numerose aziende italiane sono scomparse: l' Olivetti non è più quotata in Borse, la Telecom è nelle mani dei francesi, altre sono state vendute, come la Pirelli”. L' Italia-dice Napoletano- ha bisogno di grandi aziende che facciano profitto “Noi italiani abbiamo grandi capacità di invenzione ma non abbiamo metodo-conclude l'ex-direttore- tuttavia sono proprio sicuro che ce la faremo, che voi, rivolgendosi ai giovani, ce la farete!” .
Francesco Di Palma
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