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Storia Antonio Cassese 16 agosto 2007 19:48 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Kmq. 11,44 - m. 33 slm. - 43.000 abitanti, pomiglianesi
Produzione agricola - Industria metalmeccanica e aeronautica.
Antica colonia romana della gens Pomelia, da cui il nome Pomelianum a cui poi si aggiunge "foris arcora", per la presenza di ruderi degli archi dell'acquedotto fatto costruire dall'imperatore Claudio: di qui Pomigliano d'Arco.
Con l'avvento dei Bizantini Pomigliano entrò a far parte del Ducato di Napoli e con esso fu poi assorbito nel regno normanno; fu feudo signorile sotto i regni degli Angioini, degli Aragonesi e degli Spagnoli.
Caduta la feudalità nel 1810 anche Pomigliano fu amministrata da un decurionato guidato da un sindaco. Con l'unità d'Italia Pomigliano diventa comune della provincia di Napoli; nel 1976 ne fu sindaco Vittorio Imbriani.
Beni ambientali
Parrocchia romanica di S.Felice con originale campanile - Chiesa barocca del Carmine - Il Passo (XVIII) - Cappella gentilizia degli Imbriani. - Torre dell'orologio - Villa Ricciardi
Ricevuto l'ordine della ritirata aggressiva il 19 settembre 1943, a Pomigliano i tedeschi distruggono ciò che resta dell'Alfa, dopo i bombardamenti e i decentramenti ( una sezione era stata trasferita in una cava di Marano e un reparto era stato sistemato nelle caverne di S. Rocco di Capodimonte); uccidono i guardiani della fabbrica e la saccheggiano.
Anche a Pomigliano, come in tutto il territorio circostante, i fatti riconducibili alla Resistenza hanno una radice comune, l'atto di ribellione al proclama del colonnello Scholl del 12 settembre 1943 con i conseguenti rastrellamenti.a Napoli e in provincia. Ma i rastrellamenti e gli scontri si fanno più violenti proprio durante la ritirata dei tedeschi. Su delazione di un certo Beltrani, si hanno i primi rastrellamenti in via Abate Felice Toscano. Scappano tutti: Franco Tranchese si rifugia sul campanile e don Giuseppe Campanaro per proteggerlo viene fatto salire sul camion insieme ad altri razziati per essere deportato.
Solo più tardi il parroco sarà aiutato a scappare dalla giovane Maria Rosa Antignani. Durante i rastrellamenti del 1° ottobre a Pomigliano vengono uccisi Domenico De Cicco, Ciro Esposito, Ferdinando Manno e Vincenzo D'Onofrio: questi ultimi due avevano tentato di inseguire i tedeschi con le biciclette. Sempre nella stessa giornata vengono minati diversi palazzi tra cui palazzo Cantone sotto le cui macerie muouiono Giovanni Flavia di 14 anni e il sacerdote Angelo Massaro Marini con una sua nipote.
Gli alleati giungono, nella sera del 1 ottobre '43, a S. Maria del pozzo; un gruppo di pomiglianesi, con a capo il maresciallo Raffaele Piccolo, viene incontro a loro per fare da staffetta e guidarli a Pomigliano. Così, dopo una breve sosta alla Masseria Castaldo, gli alleati, guidati dal gruppo del maresciallo, entrano in Pomigliano dal Passariello: è la fine della tragedia, ma il sacrificio dei pomiglianesi non è ancora finito.
Il 7 ottobre 1943 a Bellona i Tedeschi uccisero 54 persone per rappresaglia, dovendo vendicare la morte di un commilitone: tra i massacrati c'è Giuseppe Di Nuccio, catturato a Pomigliano e trascinato dietro fino a Bellona.Il 24 marzo 1944 viene ucciso alle Fosse Ardeatine a Roma il ragioniere Vincenzo Pirozzi, un militare sbandato caduto nella retata tedesca per vendicare l'attentato di via Rasella.
Il maresciallo Raffaele Piccolo si arruola nel CNL e segue gli alleati fino allo sfondamento della linea Gustav, poi a Cortona si unisce ad altri partigiani e il 21 aprile 1945 partecipa alla liberazione di Bologna.
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