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Letteratura Ercole Capuozzo 20 settembre 2006 23:17 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
"I monaci e i discepoli non devono accettare le mie parole per rispetto , ma devono analizzarle come un orefice analizza l'oro , tagliando , limando levigando , fondendo". Così diceva Buddha, Sidharta Gautama ,cinquecento anni prima della venuta di Cristo.
E' una regola , questa , che si è fatta strada gradualmente dal 1500 in poi e che ha trovato massima definizione nel 1700 con l'Illuminismo. Da allora , è andata sempre più affermandosi e , nella seconda metà del'900 , in Italia è diventata norma di vita , spezzando molti tabù e ponendo grossi problemi.
Diventa ,così ,chiaro che:
Nessuno è il Verbo - L'errore può essere di ognuno , e sempre - Il titolo non dà la patente di verità a quel che viene detto -la capacità critica è fondamentale nella formazione dell'uomo .
Da qui , fra l'altro, il bisogno di una scuola di qualità , con insegnanti non solo competenti, ma anche provvisti di quelle doti di umanità e di maturità, che si traducono in attività di comprensione di ogni situazione esistenziale e, in particolare , di quella dei propri allievi ; nella coerenza comportamentale ; nell'apertura mentale ; nell'assunzione di corretti ed equilibrati modi di essere.
Dice ancora Buddha : "il secondo passo per il risveglio (interiore) consiste nell'essere pronto a capire ,ad ascoltare ,a mettere in discussione l'intero sistema di convinzione". L'essere pronti a capire e a mettere in discussione L'intero sistema di convinzione richiama ciò che è stato precedentemente detto . Ma l'ostacolare richiede uno spazio tutto suo .
La nostra è una società caratterizzata, fra l'altro, dalla parola. tutti parlano, godono del proprio dire, e per lo più, non s'interessano di essere ascoltati.E gli altri davvero non li ascoltano. Così, come mettere in rilievo Heidegger, le parole danno vita non a un'attenzione critica da parte degli ascoltatori ma a pure "chiacchiere" cioè a un modo inautentico di comprendere l'Umanità.
E qui si pone il problema dell'ascolto , che non è semplice "sentire", ma un volgere attenzione a ciò che si dice, un input per un'attività cerebrale che deve portare a capire una data situazione , a intravedere la possibilità di un'azione , a prevederne le conseguenze , a dare concretezza a quell' "etica della responsabilità" , di cui fu propugnatore il sociologo tedesco Max Weber del 1900 , e che mantiene oggi tutta la sua importanza , in quanto ci porta ad acquisire consapevolezza di noi stessi. E avere consapevolezza vuol dire avere coscienza . E questa è il fattore più qualificante nella definizione dell'uomo .
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