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Libri Vincenzo Esposito 01 dicembre 2016 20:05 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
Il libro della mariglianese Carolina Maestro. Sabato la presentazione presso la Feltrinelli di Pomigliano
MARIGLIANO – Ci sono storie che lasciano il segno, che ci portano a confrontarci con realtà , di cui dall’esterno non riusciamo a cogliere tutte le sfumature. Un mondo che non ci appartiene da vicino, che si traduce, invece, in un’esperienza di estrema profondità . È ciò che è accaduto a Carolina Maestro, originaria di Marigliano, che ci ha raccontato la sua esperienza d’insegnamento all’interno della Casa Circondariale di Ariano Irpino. Un anno a confronto con i detenuti, nell’ambito di una collaborazione sviluppata tra il carcere e il Liceo Artistico IISS Ruggiero II, dalla cui esperienza è nato il libro, “La bic nera”. Un racconto che mischia personale e collettivo. Un’esperienza unica che parla di “scambio”, di una possibilità reale di crescita bi-direzionale, tanto per i reclusi quanto per l’autrice. Lontano dai fatti di cronaca, dalle ragioni della detenzione e dai giudizi sulle motivazioni dello status di detenuto, il libro offre uno spaccato diverso sulla vita in carcere, a partire dal ritorno tra i banchi di scuola. “è un’esperienza che mi ha segnato molto – le parole della Maestro – che mi ha dato nuove prospettive di un mondo che conoscevo, ma solo in parte. La prima riguarda proprio la vita in carcere e di come ogni casa circondariale possa avere le proprie diverse peculiarità ; per molti dei detenuti arrivare ad Ariano Irpino è stato un sollievo, in virtù delle ben peggiori condizioni in cui si trovavano a vivere in altre realtà . Un contesto estremamente singolare in cui il tempo assume un valore particolare. Chi vive in carcere, soprattutto se per lunghi periodi, perde contatto con quanto accade fuori dalle mura. Una realtà in cui, ad esempio, non sono ignote le nuove tecnologie, ma che si rapporta ad esse in maniera totalmente differente. Basta pensare al non utilizzo dei social per avere un primo strumento sul gap tra l’interno e l’esterno I temi affrontati nel libro sono tanti. Quello che pesa maggiormente è di sicuro quello degli affetti, emerso prepotentemente durante le lezioni ed i compiti sviluppati in aula. Un distacco che tutti sentono in maniera intensa e che ho ritrovato in molti degli scritti elaborati durante l’intero anno. Si parla di madri abbandonate e mai più riviste perché decedute, di figli con cui non si riesce a legare per la particolare situazione. Una sensazione di impotenza, che ripercorro in un parallelo con episodi di vita personale”. Curioso il caso della “Bic nera” che titola l’opera letteraria edita per l’Erudita: “L’unica utilizzabile in carcere perché con il corpo trasparente. Tutto è tenuto sotto stretto controllo; di qui il vincolo anche nell’utilizzazione di uno strumento semplice come la penna”. Tante le esperienze significative vissute durante la permanenza all’interno del carcere, proprio a partire dall’esperienza di gruppo : “I detenuti sono abituati a vivere spesso rapporti one-to-one; meno quelli di gruppo. In molti hanno avuto con la scuola un rapporto conflittuale ed è stato curioso osservarne la volontà d’imparare, quella voglia di fare bene per avere un proprio personale riscatto sociale, poter dire ai propri familiari dei miglioramenti ottenuti nel corso dell’anno”. Una scuola “particolare”, con lezioni interrotte a più riprese per prassi legate alla vita in carcere. Proprio durante una di queste interruzioni, l’episodio più significativo dell’intensa esperienza: “In carcere i tempi sono scanditi con precisione, anche per le semplici telefonate. Proprio una di queste ha rappresentato il momento più intenso della mia esperienza. Racconto nel libro di un detenuto che, tornato in classe, con gli occhi stracolmi di lacrime, ha salutato con gioia tutti i suoi compagni. Era arrivato il momento della sua scarcerazione. All’esterno della struttura penso di aver toccato con mano il distacco che si vive dopo tanto tempo trascorso all’interno. Ho visto un uomo spaesato, fermo al centro della strada, che ha perso totalmente l’orientamento con la vita all’esterno. Un altro episodio che mi ha segnato molto e che mi ha dato ulteriori prospettive sul distacco con cui si confronta chi si trova a vivere un’esperienza del genere”. Chiudiamo con i primi appuntamenti in vista per la presentazione del libro. Carolina Maestro presenterà la sua opera presso la Feltrinelli di Pomigliano D’Arco. Appuntamento fissato a sabato 3 dicembre, ore 18:00.
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