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Politica Alfredo Strocchia 01 settembre 2020 19:47 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - Chi ha letto qualche scritto precedente avrà inteso che non mi dispiace sfatare un po' di luoghi comuni, rompere qualche schema prefabbricato e leggere i fatti in modo alternativo. Oggi, per non tradire questo mio modo di essere, con buona dose d'ironia e qualche scusa a James Matthew Barrie, vorrei chiedere ai candidati e ad alcuni elettori particolarmente focosi di restare adulti. Si, proprio così. Restate adulti.
È una vita che ci sentiamo di ripetere il consiglio di restare bambini, nel nome di una fanciullezza invocata come simbolo d'innocenza, ma che, diciamocelo, è solo ignoranza del mondo. "C'è qualcosa di più triste che invecchiare, ed è rimanere bambini", scriveva Pavese, forse non esattamente nel senso in cui interpreterò qui la sua frase, ma mi piace prenderla in prestito.
Il bambino si tiene stretto ogni giochino, la propria bambola, il suo pallone, non li molla e ne rivendica la proprietà con caparbia gelosia e feroce tenacia fin quando cresce e capisce che per godersi il gioco deve condividerlo con gli altri bambini, perché, in fondo, giocare da soli non è poi un gran che. Il bambino è dispettoso, prende in giro con cattiveria, rintuzza con compiacenza, dice parole d'odio spietato fin quando cresce e impara che solo nell'incontro, nel limite e nel compromesso può trovare la propria felicità, perché è nel dare il proprio all'altro che trova la propria ricompensa. Il bambino pretende che il mondo cambi senza indugio al suo servizio per assecondare tutti i propri inderogabili capricci fin quando cresce e scopre che, se intende cambiare il mondo, può farlo solo cambiando se stesso.
Ad eccezione del candido piccolo di de Saint-Exupéry, malinconico principe del distacco dalla gravità profonda più che dalla spensierata leggerezza, oserei dire che restare bambini non rende grandi risultati. I grandi hanno guadagnato l'età adulta a suon di delusioni, scontri, litigi, studi e conoscenza, imparando sul campo che la mediazione, la gentilezza e il buon senso valgono molto più della cupidigia, perché necessari alla propria felicità. Buttare tutto via per tornare bimbi non pare una grande idea.
A volte, però, gli adulti dimenticano di essere cresciuti e tornano ad essere quei bambini possessivi, impulsivi, gelosi, cattivi, sospettosi, dispettosi ed illusi che il proprio orto non cresca sotto lo stesso cielo altrui. In campagna elettorale, a quanto pare, questa tentazione c'è e si nota in misere vignette (ormai si dice "meme"), video di rancore, commenti per puntiglio, post personalistici e oppositivi, forti ego non proporzionati a vuoti contenuti.
In un tempo elettorale nel quale nessuno sembra davvero meritevole di scagliare la prima pietra, fateci un piacere, restate adulti!
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