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Politica Alfredo Strocchia 20 agosto 2020 15:40 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
Oggi sarò, forse, troppo critico per i gusti di qualcuno, ma l'argomento non è affatto di quelli leggeri e non lo si può prendere con superficialità.
Quando qualcuno necessita d'aiuto nel risolvere un problema, nella gran parte dei casi, ha bisogno che gli sia dato torto; se stesse già agendo con ragione, sarebbe superfluo l'aiuto di altri ad indicargli la via. Trovo che questa considerazione evidenzi la più grande falla del populismo, che pretende di assecondare gli umori del popolo invece di assumersi la responsabilità di proporre soluzioni, talvolta, necessariamente impopolari.
Esiste un problema, da queste parti, la cui gestione, a dispetto del colore politico delle amministrazioni succedutesi, è sempre stata populisticamente improntata a seguire la pubblica pigrizia, piuttosto che a sollevare un pubblico dibattito. Quando l'avversario è invisibile, inoltre, la formazione di un'opinione pubblica stenta a venir fuori. Di più, quando il nemico è frutto delle proprie cattive abitudini c'è ritrosia al mea culpa. Così, la gestione di un serio problema può divenire una voluta non-gestione.
Il nemico invisibile di cui si parla si chiama inquinamento, nella sua più subdola forma delle polveri sottili. Si tratta di particelle piccole piccole, derivanti dalle combustione, che arrivano fin dentro i bronchi (PM10) o, peggio, negli alveoli polmonari (PM2.5), senza farsi vedere, ospiti silenti dell'organismo, almeno fino all'insorgere di allergie, attacchi di asma, disturbi respiratori, tumori, infarti; malanni di cui non si sente affatto bisogno in una terra più che famosa per incidenza di malattie. Di solito, le combustioni che causano le polveri sottili le causiamo noi cittadini, noi consumatori, noi automobilisti, noi produttori, noi tutti. Ma, a noi, pur quando costretti da vicino a constatare i tristi effetti del fenomeno, piace dare la colpa ad altri; alla camorra, agli sversamenti illegali, alle multinazionali, a chi smaltisce rifiuti, al governo incapace, eccetera. Si badi che nessuno qui ha intenzione di negare la camorra, anzi, vorrei approfittare per ribadire che i fenomeni criminali, solitamente, iniziano proprio dove termina la verginità della nostra coscienza. Il fatto è che qui c'è gente pronta a dare la colpa perfino gli alieni pur di non ammettere la propria responsabilità. Così ad una politica vigliacca, che preferisce seguire la "pancia" popolare, fa eco un popolo bue, incapace di capire da solo la strada, in un circolo vizioso che non finisce.
Le centraline di controllo della qualità dell'aria a noi più vicine sono installate a San Vitaliano, Pomigliano ed Acerra. Tutte e tre fanno registrare sforamenti da record. Quella di San Vitaliano, celebre in regione e oltre, l'anno scorso ha fatto annotare 115 sforamenti del limite tollerato, quest'anno il limite annuale è stato raggiunto nel mese di febbraio e ad agosto siamo già a 60 sforamenti. Si tenga ben presente che il limite stabilito non è affatto un limite di salubrità, perché le micropolveri da combustione sono nocive anche in piccole quantità, si tratta solo di un limite di tolleranza.
Le troppo sporadiche iniziative della politica locale cadono nel vuoto o sotto il fuoco dei soliti detrattori. L'iniziativa dell'amministrazione di San Vitaliano, che per contenere il problema ha chiuso dal 1° febbraio le strade cittadine al traffico non residente, è durata troppo poco, l'invito a partecipare ad un progetto di regolamentazione comune è stato disatteso dalle vicine amministrazioni e l'ordinanza comunale è stata avversata da un popolo legato più alle proprie oziose abitudini che alla propria salute. Le targhe alterne di Pomigliano non hanno ricevuto accoglienza migliore.
Da tutto ciò cosa emerge? Da un lato, che molte amministrazioni mancano di coraggio nell'affrontare un problema che l'opinione pubblica ancora non ha maturato; farlo vorrebbe dire compiere scelte divisive e "scomode" per chi amministra. Così, non si vede l'ombra di quelle che oggi dovrebbero essere ovvietà: aree pedonali, ZTL, disincentivi al traffico veicolare, incentivi al green, alleggerimento della viabilità, piste ciclabili e chi più ne ha più ne metta. Dall'altro, c'è un popolo sempre pronto a dare la colpa a fantomatici altri e restio a rinunciare alle sue disastrose comodità: la spesa con l'auto, i figli a scuola con l'auto, il SUV è più comodo, il diesel costa meno, la bicicletta solo al Giro d'Italia, l'isola pedonale è una "follia", la temperatura d'inverno mai sotto i 21 gradi in casa, il pellet che fa risparmiare, butta tutto nell'indifferenziato, tanto ci pensa il termovalorizzatore!
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