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Politica Sebastiano Pesce 17 gennaio 2017 23:09 Circa 6 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - Con Deliberazione di Giunta Comunale n. 112 del 18/10/2016 veniva approvato il Piano Urbanistico Comunale (di seguito PUC). Di tale deliberazione veniva data comunicazione alla Cittadinanza a mezzo dell’Albo Pretorio Comunale e nella successiva Seduta di Consiglio Comunale. Marigliano attendeva un PUC da quasi 30 anni ed era lecito aspettarsi uno strumento finalizzato ad uno sviluppo sostenibile del paese, alla regolamentazione dell'urbanizzato, all'efficientamento dell'assetto viario, alla valorizzazione delle risorse e vocazioni di un territorio sempre più bistrattato e relegato a ruoli di secondo piano nel panorama locale e regionale.
I recenti fallimentari
tentativi delle precedenti amministrazioni, che avevano consegnato la città ad
un disordine urbanistico ed ad un abusivismo diffuso, andavano sicuramente
superati con una pianificazione accorta, che tenesse conto delle reali esigenze
edificatorie per i vari usi, salvaguardando gli altri aspetti sopra citati.
L'ultimo piano della precedente
amministrazione era stato accusato, dall'attuale maggioranza, di cementificare
il territorio, di precludere ogni possibilità di realizzare abitazioni per i
proprietari di piccoli appezzamenti di terreno, di impedire qualsiasi sviluppo
futuro, di dimenticare le esigenze in termini ambientali, di mobilità , ecc.
Dopo le accuse di tre anni fa e
le roboanti dichiarazioni e promesse, sia in campagna elettorale che nei primi
mesi di amministrazione, le attese sopra esposte erano non solo lecite, ma
anche supportate dall'atteggiamento dell'Amministrazione che parlava
addirittura di una "sfida" per consegnare ai Cittadini una città più
bella, più funzionale, più vivibile, al termine del mandato.
Si sperava, infine, che questa
Amministrazione Comunale promuovesse un ampio dibattito e un confronto con i
cittadini al fine di avviare un processo partecipativo di trasparenza e
condivisione delle attività necessarie all’adozione e definitiva approvazione
del PUC.
Tutte queste speranze, fin dalla pubblicazione del Piano e da una prima lettura del PUC, si sono dimostrate infondate e mal riposte. La notizia che siano state recapitate oltre 500 osservazioni al PUC, senza contare le pec trasmesse e le note che contenevano più di una osservazione, fa emergere palesemente le criticità di un Piano costato alle tasche dei cittadini svariate decine di migliaia di euro.
Senza scendere nel dettaglio dei singoli aspetti, le principali criticità emerse riguardano:
a) Aspetti ambientali
b) Aspetti strutturali e
infrastrutturali
c) Aspetti urbanistici
d) Caratteristiche e vocazioni
del territorio
e) Sostenibilità del piano
oltre alla mancata attuazione
del processo di partecipazione pubblica avviato dalla precedente Gestione
Commissariale.
Sembra opportuno sottolineare
che le criticità e remore al Piano, da cui sono scaturite le osservazioni
formulate, derivano dalla volontà di garantire il singolo fondo o le singole
proprietà , ma sono state redatte nell’ottica più ampia di tutelare il bene
comune.
Senza scendere nel dettaglio di aspetti tecnici, con numeri e tecnicismi che potrebbero essere tediosi, in sintesi, sono state evidenziate criticità sotto gli aspetti normativo, infrastrutturale, edilizio, urbanistico ed ambientale quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo:
· Elementi strutturali di viabilità alternativa
per la limitazione del traffico nei centri (ANC) e/o di completamento della
viabilità extraurbana e periurbana esistente
·
Mancanza di elementi strutturali complementari
agli interventi edilizi (infrastrutture a rete: fognatura, rete idrica, rete
gas, pubblica illuminazione, etc.)
·
Mancanza di elementi strutturali di
mitigazione del rischio (idrogeologico, sismico, vulcanico)
·
Mancanza di elementi strutturali di Protezione
Civile (aree di attesa, di accoglienza ed ammassamento)
·
Sovrastima del fabbisogno edilizio
·
Sovradimensionamento delle volumetrie da
destinare allÂ’edificato
·
Carenza di elementi strutturali e non
strutturali (normativi) per le varie zone individuate nel Piano
·
Carenza di elementi strutturali e non
strutturali per la riduzione del consumo di suolo
·
Carenza di elementi non strutturali
(normativi) per la tutela delle acque, la manutenzione del territorio, la
manutenzione urbana, il recupero dei Centri Storici, il supporto delle attivitÃ
produttive, Il mantenimento e lo sviluppo dell’attività agricola
Qualsiasi progetto deve
presentare, sempre, una coerenza “interna” tra i vari elaborati progettuali ed
una “esterna” rispetto allo stato dei luoghi, alle norme e ai vincoli
territoriali: dalla lettura della corposa documentazione a corredo del Piano
emergono elementi contraddittori, incoerenti e addirittura contrastanti tra le
varie tavole, le relazioni e le schede (incoerenza “interna”), oltre a palesi
difformità relativamente allo stato dei luoghi e rispetto alle destinazioni d’uso
e ai vincoli esistenti e/o imposti (incoerenza “esterna”).
Il progetto, inoltre, traccia
le linee di una città futura che non esprime un disegno organico e corposo, ma
frammentario e limitato solo allo sviluppo edificatorio ed alla viabilità ad
esso connessa, insomma lo scenario di una città futura che non sembra il
disegno sperato ma un bozzetto incompleto e mal riuscito.
Considerato che, come detto, Marigliano ha un estremo bisogno di uno strumento normativo che regolamenti l’utilizzo del territorio, che risolva le criticità del sistema infrastrutturale, che consegni, infine, ai Cittadini di oggi e di domani, il disegno di una città migliore, sostenibile e vivibile, sarebbe stato opportuno, se non necessario, definire uno strumento in grado di conciliare le attese, risolvere le problematiche e disegnare una città futura che fosse “appetibile” per i residenti e per coloro che dovessero trasferirvisi.
La proposta di PUC, prevedendo uno smisurato incremento del fabbisogno edificatorio, un assetto viario completamente stravolto e, come dimostrato in precedenza, incongruente con l’effettivo reticolo viario esistente e le norme del Codice della Strada, un assetto idrografico di progetto non compatibile con le vigenti normative in materia, un regime vincolistico inadeguato ed ingiustificato rispetto agli effettivi scenari territoriali, una destinazione urbanistica di tipo residenziale che stravolge le peculiarità e le vocazioni del territorio, si pone non come strumento di sviluppo sostenibile del territorio, ma come un elemento di degrado dello stesso e di mortificazione delle legittime attese dei Cittadini
Nonostante le richieste e sollecitazioni, l’Amministrazione si è dimostrata sorda, rinviando alla fase di Osservazioni: pertanto tutti gli elementi di criticità sopra citati sono stati riportati ed argomentati nelle oltre venti pagine di osservazioni presentate, trasmesse via pec.
Il deciso NO a questo Piano deriva non dalla volontà di bloccare un processo pianificatorio indispensabile e atteso per troppo tempo, ma dall’amara constatazione che quello proposto è un PUC concepito male, non concertato, avulso dal contesto e che non solo non andava incontro alle esigenze ed aspettative dei Cittadini, ma non riusciva nemmeno a risolvere le criticità del territorio, creandone addirittura altre.
La speranza è, ora, che l’Amministrazione, il progettista e i consulenti facciano tesoro delle osservazioni ricevute e procedano ad una rivisitazione integrale e sostanziale del PUC in tutti i suoi aspetti e una successiva riadozione a valle del prescritto processo di partecipazione pubblica.
Ing. Sebastiano Pesce
Associazione Politico-Culturale
Rinascita Marigliano
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