
Giuseppe Lombardi
Cari cattolici mariglianesi
anche per voi, per i referendum del 12 e 13 giugno, si è aperto un difficile travaglio spirituale, cosa che si ripete nel nostro paese ogni qual- volta entrano in gioco valori e scelte strettamente personali che investono la sfera civica e quella religiosa. Gli spiriti laici non trovano grande difficoltà in questi casi perché i loro punti di riferimento sono la storia, il progresso civile, l’evoluzione scientifica e soprattutto la ragione; Voi cattolici aggiungete a questi para- metri la fede, solo che spesso fate della fede il parametro che filtra tutti i punti di riferimento e di qui i dissidi interni tra la coscienza civica e la coscienza religiosa. Guardiamo un attimo l’aspetto puramente formale. Gesù Cristo dice che bisogna dare a Dio ciò che è di Dio e a Cesare ciò che è di Cesare: se Cesare vi chiama al voto non è un Vostro sacrosanto dovere civico andare a votare? Certo, l’espressione del voto dipende anche dalla visione che ognuno di noi ha della vita e della storia e quindi la fede religiosa potrebbe essere un filtro accettabile per la espressione del voto. Gli stessi autorevoli rappresentanti della Chiesa possono consigliare e indirizzare le scelte, ma non possono togliere a Cesare il diritto di sapere cosa pensano di una legge i propri cittadini; in altri termini non sono rispettosi delle sacre scritture quegli uomini di chiesa che invitano i cattolici ad astenersi dal voto. Un credente può votare NO da bravo credente ma da bravo cittadino non può esimersi dall’esercizio di un diritto-dovere. Guardiamo ora la sostanza del contendere. Gli uomini hanno fatto un lungo cammino per raggiungere gli alti livelli di umanità, di razionalità e di libertà. Lo scontro dialettico tra Lutero ed Erasmo da Rotterdam ci ha insegnato che “l’arbitrio” umano può essere libero o servo ma sempre e solo rispetto a Dio, all’Assoluto, ma non può essere servo rispetto alla volontà degli uomini; Voi non potete pensare che un’etica religiosa si costruisca impedendo con le leggi ciò che la religione non condivide. Un cattolico esprime la sua adesione di fede scegliendo liberamente tra il bene e il male o meglio ciò che la sua fede considera tale. E’ così che il cattolico mette in gioco se stesso, la sua coscienza, perché fa scelte che segnano la sua esistenza terrena e ultraterrena. Ma la legge deve consentire una possibilità per scegliere! Quando si tratta di scelte che investono la coscienza dell’individuo la legge deve comunque garantire la possibilità della scelta perché è solo in quella scelta che si esplicita la responsabilità umana. D’altronde pensare di fermare il cammino della scienza è stato sempre un tentativo maldestro: la scomunica a Thompson non ha fermato il cammino della macchina a vapore e il carcere per Galileo non ha accreditato di più il “fermati o sole” della Bibbia. Le cellule staminali costituiscono l’orizzonte del domani: LIBERIAMO LA RICERCA E LA SPERANZA DI CURA DI MILIONI DI MALATI La procreazione assistita fa in modo che: LA VOLONTÀ E L’AMORE, NON IL DNA, FACCIANO DI DUE PERSONE DUE GENITORI Cari cattolici già partecipando al voto ma ancor più votando SI darete una testimonianza della vostra solidarietà alla sofferenza e alle speranze del prossimo.
Con rispetto e stima Antonio Cassese
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