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Cronaca Paolo Isa 13 maggio 2021 18:07 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Coprifuoco in avanti ma solo di un’ora e a partire dal 24 maggio, allenamenti in palestra non prima di inizio giugno, feste di nozze forse da metà del mese prossimo ma soltanto da chi ha referto di negatività al tampone, di avvenuta guarigione dal Covid o pass vaccinale. Dicono che sull’”approccio graduale commisurato ai dati epidemiologici”, ribadito ieri da Draghi alla Camera, abbiano influito due cose: le immagini delle risse notturne del weekend a Milano e Roma fomentate dai ribelli del coprifuoco e la paura delle varianti.
La Cabina di Regia del governo per decidere sulle riaperture, che sarà alla base del nuovo decreto del governo Draghi, rimane confermata per il 17. Anche se il centrodestra al governo aveva chiesto di anticipare tutto a questa settimana insieme a Italia Viva. Quando al massimo si prenderanno decisioni sull'indice di contagio Rt e su Regioni e zone.
Il coprifuoco è però soltanto uno dei punti sui quali Mario Draghi intende muoversi con maggiore cautela, il presidente del Consiglio è pronto a varare una fase nuova sui parametri di valutazione della circolazione della pandemia. Mentre l'aumento delle vaccinazioni e l'apertura della stagione turistica gli consentono di guardare con ottimismo ai prossimi mesi.
Per questo l'indice di contagio Rt scomparirà e al suo posto farà l'esordio il tasso di occupazione degli ospedali e delle terapie intensive, che viene chiamato attualmente Rt ospedaliero. Mentre si pensa di limitare la zona rossa: niente più intere regioni ma solo i territori che hanno i numeri del contagio in crescita.
La Conferenza delle Regioni ha recapitato una proposta attraverso un documento consegnato al governo con lo scopo di entrare in "un'ottica di superamento definitivo del sistema delle zone . Sarà stabilito anche un numero minimo di tamponi da effettuare, che sia proporzionale ai quattro livelli di incidenza: in zona rossa, che scatterebbe con oltre 250 casi Covid su 100mila abitanti, andrebbe effettuato un minimo di 500 tamponi. In arancione, tra i 150 e i 249 casi, il minimo è 250 test. In gialla, tra i 50 e 149 casi, se ne effettuano almeno 150. In bianca, fino a 49 a casi, almeno 100.
Ma il passaggio in zona rossa avverrebbe anche se il livello di occupazione di area medica ospedaliera e area intensiva arrivasse rispettivamente al 40% e al 30% (oppure, altra ipotesi, 30% e 20%), dunque con il calcolo del cosiddetto Rt ospedaliero . L'idea dei governatori è anche quella di ancorare definitivamente a questi indicatori le varie aperture (con il coprifuoco che rimarrebbe soltanto in area rossa). Soglie che potranno essere riviste anche ogni mese, in relazione alle coperture vaccinali raggiunte e all'evoluzione dello scenario epidemiologico.
Le nuove regole potrebbero essere contenute in un nuovo decreto da varare entro la fine di questa settimana. Affinché venga applicato da subito dal ministro della Salute Roberto Speranza con le nuove ordinanze attese per il fine settimana dopo il report dell'Istituto Superiore di Sanità sull'emergenza coronavirus nelle regioni. Intanto da una prima proiezione sui dati attuali emerge che, se i nuovi parametri fossero già in vigore, le regioni sarebbero quasi tutte in fascia gialla, nessuna in arancione e un paio in zona bianca.
Se i letti di terapia intensiva e quelli internistici occupati da pazienti Covid sono, rispettivamente, più del 30 e del 40% del totale scatta il rosso. Se invece i dati sono inferiore al 20 e al 30% si va in giallo.
Le Regioni vogliono anche una revisione del criterio che costringe a rimanere in zona rossa per almeno 14 giorni anche con i dati in miglioramento.
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