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Cronaca Redazione 12 aprile 2021 08:02 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - La Nuova Posta di Marigliano dal 2013 non aveva più il franchising, eppure fuori c’era ancora l’insegna. Il quadro si fa più chiaro. Tanti i cittadini che si fidavano del logo che in realtà era un inganno. Questo è quanto è emerso.
Lo sportello, che ha chiuso i battenti non versando il corrispettivo di numerosi bollettini pagati presso la filiale di corso Umberto I, operava per conto proprio. Dall’inchiesta in corso è risultato che nel 2013 è stato sciolto il contratto da parte di Nuova Posta con l’allora titolare A. S.
Nel frattempo la struttura è stata acquisita da un' altra persona. L’azienda madre prende le distanze da ciò che è accaduto dal 2013 in poi nell'ufficio cittadino. Alla luce delle numerose denunce di mariglianesi, che hanno segnalato la truffa messa in campo sulla loro pelle, “Nuova Posta” annuncia che si costituirà parte civile in quanto è stato usato il proprio logo, nonostante non avessero più diritto ad utilizzarlo. Insomma logo usurpato.
Il caso è emerso in seguito alla segnalazione di un cittadino a cui è stata recapitata una cartella bis della Tari , che già aveva provveduto a pagare presso la Nuova Posta di Marigliano. Un importo pari a 335 euro mai pervenuto al comune di Marigliano. Colpa del comune? Colpa della ditta a cui è stato esternalizzato il servizio da parte del palazzo di città? Colpa dell’ufficio tributi’?
Tanti gli interrogativi balenati nella testa del malcapitato, che grazie alla sua denuncia ha raccolto le testimonianza di numerosi cittadini i quali hanno dovuto ripagare importi che credevano di aver estinto. E dire che hanno pure le ricevute dei versamenti eseguiti.
Utenti truffati e usurpazione del titolo di Nuova Posta: un bel mix, a quanto sembra. E’ proprio questo il periodo in cui numerosi utenti si trovano a dover fare i conti con morosità per pagamenti già eseguiti presso questa che non era più la filiale di Nuova Posta in quanto dal maggio 2013 non fa più parte del franchising. Franchising che nel frattempo non si occupava più di pagamenti. La vicenda è solo all’inizio.
Intanto si stanno raccogliendo numerose adesioni per la denuncia collettiva da parte dei cittadini a cui è stata carpita la buona fede. Sono stati, infatti, intascati i soldi che non sono mai stati accreditati agli appositi enti a cui erano destinati per i pagamenti di imposte. Imposte che ora si trovano a dover ripagare. Il Comune, tramite la società preposta alla riscossione dei tributi sta battendo di nuovo cassa perché non ha mai ricevuto nelle proprie casse gli importi. Con Nuova Posta in testa ora si percorrono le vie giudiziarie.
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