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Cronaca Sanità Maria Capasso 18 novembre 2020 22:27 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
" Basta , non ce la facciamo più. Siamo esausti e impossibilitati a far fronte alle esigenze". Protesta dei medici. Incrociano le braccia i medici di famiglia e pediatri di libera scelta. Hanno proclamato lo stato di agitazione. "In questa seconda fase della pandemia - dicono - stiamo assistendo non solo al collasso degli ospedali e dei pronto soccorso, ma anche al collasso del territorio".
I camici bianchi chiedono, tra le altre cose, il potenziamento della rete territoriale della medicina generale, il rafforzamento degli organici degli uffici di igiene e sanità pubblica.
Al riguardo Andrea Filippi , segretario nazionale della Fp CGIL afferma: ""Basta con gli alibi. Il potenziamento dei servizi territoriali non è stato fatto e si è tradotto in una grave perdita di tempo, anche sul tracciamento". Ci va giù duro: "La medicina generale non deve restare isolata, ma deve essere integrata con i servizi di igiene pubblica, noi siamo disponibilissimi, ma il sistema va finalmente organizzato".
La situazione che vivono è veramente angosciante . La denuncia: "I medici sono sottoposti a turni di lavoro massacranti anche a causa dei colleghi malati di covid". Le cifre parlano chiaro: sono, infatti, più di 20mila gli operatori sanitari (tra ospedalieri, medici di medicina generale e infermieri) infettati da settembre a oggi. Lo dicono i medici di famiglia delle sigle sindacali in stato di agitazione.
I dottori di medicina generale, che lavorano spesso senza protezioni, quando si ammalano lasciano gli ambulatori scoperti e a volte non si riescono a trovare sostituti: chi rimane deve svolgere anche il lavoro degli altri. "Degli undici medici morti per covid nella seconda ondata, nove erano medici di famiglia", ricordano infine i rappresentanti della categoria.
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