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Cronaca Sanità Maria Capasso 16 novembre 2019 10:31 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
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MARIGLIANELLA - Per non dimenticare il piccolo Gioacchino Costanzo: 18 mesi appena, ucciso come il peggiore dei camorristi. Era il 15 novembre del 1995, 10.30 del mattino, la sua vita si spense, a Somma Vesuviana, nel piu' crudele dei modi, un agguato di camorra lo porto' via per sempre. Gioacchino era con il convivente della nonna, Guseppe Averaimo, fermo in auto, vicino alla postazione dove l'uomo, personaggio noto alle forze dell' ordine, vendeva sigarette di contrabbando.
La mamma Maria Prospero, stava eseguendo dei lavori di ristrutturazione nella casa di Mariglianella e percio' lo aveva affidato momentaneamente a sua madre. Averaimo, stando a quanto emerso dalle indagini, lo usava come scudo. Pensava che i killer si sarebbero fermati di fronte a quella innocente presenza. La sua condanna a morte pero' era stata gia' sancita senza se e senza ma. Averaimo doveva morire. I sicari furono spietati.
Avevano avuto l' ordine di uccidere, bambino o non. Spararono all' impazzata, un proiettile colpi ' il piccolo Gioacchino alla guancia, forandogli il cervello. Mori' all' istante quell' angioletto, che oggi avrebbe avuto si e no 26 anni. Gli fu negato il diritto di crescere e di sbocciare. Averaimo era convinto che la camorra avesse un'etica e che non avrebbe mai sparato mettendo in pericolo la vita di un bambino.
Cosi' non fu. Furono freddati entrambi, bersagliati da una pioggia devastante di proiettili. Gioacchino era bello come il sole, aveva lunghi boccoli biondi e occhioni verdi. Indossava una tutina bianca che quella tragica mattina si intrise di sangue. Ci sono voluti sette anni per ottenere la condanna degli spietati killer .
All' ergastolo finirono Vincenzo Esposito, ritenuto l’esecutore materiale e Nicola Mocerino, mentre Saverio Castaldo, componente del commando, è stato condannato a 22 anni. Quest’ultimo ha evitato l’ergastolo diventando collaboratore di giustizia. In ricordo di Gioacchino per volonta' della madre fu eretto un altarino in via don Angelo Toscano, a pochi passi dalla sua abitazione. Una lapide alla memoria ,invece, fu posizionata vicino alla scuola media Carducci di Mariglianella. La memoria non deve mai dimenticare.
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