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Cronaca Sanità Maria Capasso 19 maggio 2019 23:13 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
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MARIGLIANO - Una serie di strafalcioni, errori e gaffe hanno sollevato l' indignazione degli storici. "La nuova segnaletica è un mirabile campionario di perle di fantastoria e fantarcheologia", denunciano. Si vuole mettere in vetrina il patrimonio culturale della città ma si infilano una serie di panzane in una forma sintattica, a tratti, assai discutibile.
Si va da «Alberico Carafa, I conte di Marigliano» del pannello della chiesa di San Vito a «La chiesa di S. Maria delle Grazie risale ai primi secoli cristiani. Già nel XII sec. fu parrocchia con Fonte Battesimale» del pannello dell’Insigne Collegiata “Santa Maria delle Grazie”.
Ora, a parte che nel XIII secolo non esistevano fonti battesimali ma soltanto battisteri, resta da chiedersi da quale presunto Vangelo siano state tratte queste ultime affermazioni. Scavi archeologici non pubblicati? Testi storici di cui ignoriamo l’esistenza? Sarebbe bello sapere che una chiesa fosse già presente a Marigliano nel V- VI secolo d. C. Ma sono solo congetture prive di validità scientifica. Non esistono prove storiche o archeologiche.
Clamoroso, poi, il falso di Alberico Carafa. Alberico I Carafa non è stato il primo conte di Marigliano. La contea di Marigliano è molto più antica. Il primo conte di Marigliano era stato, quattrocento anni prima, un normanno, Robertus de Medania conte di Buonalbergo, Acerra, Suessula e, udite udite, Marigliano.
Nel pannello davanti alla Chiesa dell’Annunziata è riportato invece «Nel 1826, per volere dei canonici, fu annessa alla Collegiata». Anche qui un clamoroso falso. La Chiesa di A. G. P. fino al 1937 apparteneva alla Congrega Comunale di Carità. Nel 1937, il Fascismo con la Legge n. 847 del 3 giugno sciolse le Congregazioni Comunali di Carità e ne trasferì le funzioni, le attribuzioni, i servizi e i beni agli Enti Comunali di Assistenza.
Qualche giorno prima dello scioglimento, l’ultimo presidente della Congrega Comunale di Carità di Marigliano, Luigi Basile, concedeva la chiesa di A.G.P. alla Parrocchia Santa Maria delle Grazie. Le deliberazioni e gli atti ufficiali di trasferimento giuridico dell’antico edificio sacro risultano però, al momento, irreperibili. Il varco esistente tra la Chiesa di A.G.P. e la Collegiata fu aperto soltanto nel 1870.
Imprecisioni e inesattezze infarciscono anche il testo riportato sul pannello della Chiesa della Santissima Trinità, conosciuta come San Biagio. «La chiesa nasce come oratorio privato della famiglia De Ruggiero nel XV secolo. Nel corso del XVIII secolo viene ristrutturata ed abbellita divenendo sede della Confraternita di Santa Maria degli Angeli». Anche qui, bastava dare un fugace sguardo alle pagine della “Storia di Marigliano” di Raffaele Alfonso Ricciardi, per evitare di scrivere stupidaggini che vengono propinate ai cittadini e ai turisti.
L’edificio è si attestato fin dal XV secolo ma diventa di patronato della famiglia de Ruggiero soltanto nel secolo seguente. La confraternita di Santa Maria degli Angeli che vi fu istituita, fatta risalire agli inizi del XVIII secolo, in realtà è molto più antica. Fu fondata nel 1613 da un gesuita nolano Francesco Albertini ed aveva la particolarità di riunire solo operai e artigiani della Terra di Marigliano.
Castronerie anche sul complesso monumentale dei Santi Giuseppe e Teresa che si ostinano a chiamare “Palazzo Verna”. A parte l’uso disinvolto dei termini convento e monastero utilizzati impropriamente come sinonimi, a parte la confusione di eventi e personaggi, a farmi accapponare la pelle è stato il passaggio «Dopo la soppressione degli ordini religiosi del 1856, l’intero monastero fu incamerato nei beni dello stato…» Nel 1856 fu incamerato nei beni dello Stato? Quale Stato? Sotto i re Borbone? Nel 1856 l’Italia non era ancora unita. Eravamo ancora nel Regno delle Due Sicilie. Le leggi eversive sarebbero arrivate dopo. Con il Regno d’Italia e i Savoia.
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Commenti
Antonio
20 May 2019Caro direttore vorrei solo rappresentarLe che dovreste consigliare un po' di ripetizione alla dott.ssa Capasso che, accecata dall'intento di scrivere articoli contro l'amministrazione Carpino, propina strafalcioni letterari e giuridici ai Suoi attenti lettori. Leggo nell'articolo: "Nel 1856 fu incamerato nei beni dello Stato? Quale Stato? Sotto i re Borbone? Nel 1856 l’Italia non era ancora unita. Eravamo ancora nel Regno delle Due Sicilie. Le leggi eversive sarebbero arrivate dopo. Con il Regno d’Italia e i Savoia." Sarebbe bastato informarsi sul significato della parola "Stato" che come riporta la Treccani è un "Ente dotato di potestà territoriale, che esercita tale potestà a titolo originario, in modo stabile ed effettivo e in piena indipendenza da altri enti" per capire che Stato e Regno d'Italia non sono sinonimi e che l'espressione usata nel cartello è corretta in quanto sinonimo ente che esercita il potere secolare. In merito alle notizie storiche, Le comunico che sono state attinte da testi presenti in parrocchia, scritti e verificati dai parroci che si sono succeduti nel tempo. Non so chi sia il consulente della dott.ssa Capasso, sarei felice di conoscerlo per invitarlo a collaborare con l'amministrazione. Se poi sul cartello del convento di san Vito è stata apposta una virgola al posto sbagliato, prima e non dopo la "I" collegata a Carafa, me ne assumo la responsabilità. Come assessore continuerò a lavorare per la città nella speranza che il Suo giornale possa collaborare alla crescita di Marigliano e non si cristallizzi in un atteggiamento distruttivo ed ostruzionistico. Con affetto. Giovanni Ricci.