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Cronaca Redazione 22 ottobre 2018 14:04 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
NOLA - La Interporto Servizi Cargo, impresa ferroviaria controllata da Interporto Campano S.p.A. di Nola, presieduta da Gianni Punzo, e guidata, tra gli altri da Giuseppe Sciarrone e Francesco Pagni, che si pone come innovativa nel panorama ferroviario italiano in quanto da anni pubblicizza l’avvio di un servizio merci su rete AV/AC, nel gennaio 2015 (sotto la guida dell’allora DG Francesco Cacciapuoti) decide di licenziare, il lavoratore Antimo Bucciero, Rappresentante Sindacale, per Giustificato Motivo Oggettivo, in quanto intende “realizzare una ulteriore riduzione dei costi del personale, già in parte conseguita nel corso del 2014, per far fronte al persistente disavanzo di bilancio della Società”.
Inizia quindi la battaglia legale, che vedrà l’epilogo ad ottobre 2018 (almeno per il momento, nel caso in cui la Società dovesse decidere di non ricorrere in Cassazione) con la Sentenza n. 5707/2018 emessa dalla Corte di Appello di Napoli, in cui viene giudicato illegittimo il licenziamento messo in atto dalla Società, in quanto “come ampiamente argomentato, non soltanto sono insussistenti in maniera evidente le ragioni addotte a giustificazione del recesso (crisi aziendale), ma è anche emerso chiaramente che la società aveva la possibilità di ricollocare il lavoratore in altra mansione (per la quale, per altro, aveva tutte le qualifiche)”, mentre ha preferito ricorrere all’utilizzo di collaboratori pensionati delle Ferrovie dello Stato sicuramente meno avvezzi alla rivendicazione dei diritti dei lavoratori.
"La Interporto Servizi Cargo, - dichiara Bucciero - infatti, ha preferito ricorrere all’utilizzo di numerosi macchinisti già pensionati dalle Ferrovie dello Stato Italiane, ed altri macchinisti apprendisti – provenienti da centri di formazione professionale privati, dove hanno acquisito a proprie spese (onerose) le abilitazioni necessarie – beneficiando di contratti di lavoro evidentemente più economici e soprattutto, grazie alle nuove norme del Jobs Act, privi delle tutele e delle garanzie riconosciute ai lavoratori già assunti a tempo indeterminato".
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