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Cronaca Sanità Maria Capasso 18 ottobre 2018 23:32 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
BRUSCIANO - Davanti al Crocifisso nasce la rete contro la criminalità'. In prima linea anche don Tonino Palmese di Libera contro le Mafie. La lotta alla camorra che sta seminando terrore nella cittadina, che ha toccato il record delle stese, parte dalla chiesa San Giovanni Battista del rione di edilizia popolare 219.
Si riuniscono in chiesa istituzioni e forze dell' ordine, la scuola e l' associazionismo per far sentire il proprio dissenso contro il clima di terrore che si respira in città. La criminalità è sempre più scatenata.
Il parroco don Salvatore Purcaro ne ha per tutti. "Siamo pochi qui, dovevamo essere molti di più. Tutti si lamentano della mancanza di sicurezza e dei continui spari, ma quando c’è da metterci la faccia siamo pochi".
A moderare l'incontro la coraggiosa e instancabile giornalista Monica Cito. Per sabato mattina ci sarà anche una marcia anticamorra che attraverserà il cuore della faida: piazza XI Settembre e il rione popolare dove risiedono i capi e i gregari dei gruppi criminali che si contendono le piazze dello spaccio.
In chiesa ci sono anche don Aniello Tortora, vicario episcopale per la carità, il consigliere regionale Carmine Mocerino della commissione anticamorra e il sociologo Luciano Brancaccio dell' Università Federico II.
Il sindaco Giuseppe Montanile punta sull' azione educativa:" La legalità e la sicurezza saranno la stella polare di qu¬esta amministrazione. Dobbiamo fare squadra per voltare pagina. Sinergia e confronto tra tutte le ag¬enzie educative e le associazioni". La città mira a prendersi cura degli spazi di socialità.
Don Aniello Tortora chiama a rapporto l' intera popolazione. "E' con la cittadinanza attiva che si contrasta la devianza e la violenza. Non siamo pochi, ma certo che se c'era un giglio saremmo stati in migliaia". In chiesa ci sono appena un centinaio di persone.
Ci va giù duro don Aniello: "Chi è mafioso bestemmia Dio padre". Don Tonino Palmese di Libera contro le mafie afferma che “9 su 10 delle vittime di mafia sono persone che si trovavano al posto sbagliato nel momento sbagliato. Brusciano non può essere occupata da queste persone che sparano sul territorio. Sono i mafiosi che sono al posto sbagliato non i cittadini".
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