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Cronaca Sanità Maria Capasso 18 settembre 2018 23:49 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
SAN VITALIANO - Il comandante dei carabinieri Giovanni Marchitelli viene trasferito a Sant'Antonio Abate Quando arrivò a San Vitaliano la prima cosa che pensò fu quella di farsi un giro a piedi per il paese. Lui pugliese e figlio di appuntato dei carabinieri con indosso la divisa salutava la gente con calore. Ma il suo saluto non veniva ricambiato.
A San Vitaliano temevano la figura dei carabinieri e la vedevano come negativa, come quella dello sbirro da cui stare alla larga. Da allora sono passati venti anni e il maresciallo Giovanni Marchitelli è' diventato uno di loro. I figli sono cresciuti qui a San Vitaliano e lui è diventato una figura di prossimità a cui rivolgersi in caso di difficoltà e di malefatte per consegnarsi alla giustizia.
Addirittura due ragazze sorprese al Vulcano Buono con dei capi di abbigliamento trafugati si preoccupavano più che lo venisse a sapere il maresciallo Marchitelli che i loro familiari. Marchitelli è uno che entra nelle scuole locali per parlare di legalità e bullismo e le due ragazze non volevano deludere il comandante dei carabinieri del paese, impegnato a seminare germogli di legalità.
Ora che va via c’è chi piange in paese. Giovedì 20 lascerà la cittadina per assumere il comando della caserma di Sant'Antonio Abate. I sindaci di Scisciano e San Vitaliano questa sera martedì 18 settembre lo hanno salutato consegnandogli una targa ricordo. Si parla anche di cittadinanza onoraria a Scisciano, dove l'azione dell'Arma è stata incisiva per contrastare la delinquenza.
"Voglio salutare l' intera cittadinanza e ognuno che ho incrociato sul mio cammino ricordando a tutti che la legalità arricchisce e rende liberi", afferma il maresciallo Marchitelli nel salutare la sua gente. Lui che ha diretto la caserma di San Vitaliano a cui afferiva per competenza territoriale anche Scisciano porterà con sé ogni sguardo che ha incrociato e ogni storia di vita.
La più toccante vicenda che travolse la caserma fu l' uccisione a Nassiria nel 2003 del suo brigadiere Coletta. Accompagnando la sua vedova al Vaticano si ritrovò' al cospetto di papa Woityla. Una scena toccante e che lo ha segnato e non poco. Buon lavoro maresciallo. Confesso che anche la stampa perde un importante punto di riferimento.
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