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Cronaca Sanità Maria Capasso 18 giugno 2018 22:39 Circa 5 minuti per leggerlo stampa
Se ne va in punta dei piedi il sindaco discreto e garbato: "Un uomo mite anche di fronte alla cattiveria".
MARIGLIANO - Il ricordo di chi lo ha incrociato nel suo percorso di commercialista prestato alla politica. Monsignore, Salvatore Rinaldi, ne traccia il ritratto soffermandosi sulla grande umanità e il ruolo di pedagogista nelle scuole a sostegno degli studenti.
“Ciao Rocco Roberto. Sei andato in un nuovo porto dove ci sono tante persone che ti vogliono bene. La morte terrena non vince mai sulla forza della vita eterna”. Belle e commosse le parole di monsignore don Giovanni Rinaldi nel giorno dell’addio all’ex sindaco Rocco Roberto Caccavale. Commercialista, decano dell’ordine dei commercialisti di Nola e professore in pensione, lascia un vuoto incolmabile. Seduta, in un dolore composto, in prima fila c’è l’inseparabile moglie, confortata dalla nipote Anna.
Nella chiesa della Collegiata arriva il feretro accompagnato dai figli e dai nipoti. Se ne è andato in punta di piedi come accade solo ai grandi, composti nella propria umiltà. Senza clamori e senza riflettori. In chiesa ci sono pochi intimi, i parenti, qualche collega, la gente comune e qualche rappresentante di associazioni. In questa società odierna anche il dolore viene affidato agli strumenti virtuali. A concelebrare il rito funebre ci sono il primicerio don Pasquale Capasso e don Salvatore Spiezia. Arriva anche don Peppino Gambardella accompagnato da Nicola Mautone della cooperativa Irene ’95.
A tracciarne un ricordo per tutti è monsignore Rinaldi. “Era un uomo multiforme. Impegnato per la società civile come sindaco. Sempre garbato e gentile. Pedagogista nel suo ruolo di professore, persona di cultura e preparata. Era fortemente credente”. Don Giovanni, che è stato primicerio a Marigliano, prima di lasciare il suo ruolo di pastore nella comunità, per andare a ricoprire il più alto incarico di vescovo di Acerra, si ricorda anche dove si sedeva nei banchi delle chiesa, insieme alla moglie.
“Era una persona discreta che spesso a fine messa mi avvicinava per commentare insieme qualche passaggio del Vangelo. Una gran bella persona nel ricordo di tutti quelli che lo hanno conosciuto e condiviso anche il cammino di vita politica insieme. “Se ne è andato quasi in silenzio, senza far rumore in un sabato pomeriggio, alla vigilia della festa (la domenica). quasi con discrezione, così come era sempre vissuto anche quando ha assunto importanti cariche pubbliche”.
A ricordarlo con parole che toccano il cuore è Francesco Annunziata, suo ex assessore e uomo di azione cattolica: ”Se dovessi descrivere con una parola Rocco Roberto Caccavale, direi un uomo mite. “Beati i miti perché erediteranno la terra”. Non si irritava davanti al male e non si lasciava trascinare in emozioni violente. Quando era sindaco, dal suo studio al comune impiegava un tempo incalcolabile per percorrere quei pochi metri: si soffermava a parlare con tutti.
Un mite che però di fronte agli interessi poco chiari di chi faceva pressioni nel suo gabinetto di sindaco, in un acceso Consiglio Comunale alzò la voce e rivolgendosi al suo vicesindaco Pasquale Beneduce, di cui aveva una forte stima, pronunciò le proprie dimissioni con una frase memorabile: “Pascà, adesso basta, ce ne andiamo tutti a casa". Non ci fu verso di fargli cambiare idea: uomo tutto d'un pezzo, d'altri tempi, non fece mai più dietro front. Era il sindaco commercialista, prestato alla politica dalla società civile.
L'anno scorso era stato premiato in un cerimoniale tenuto al Dubai Village di Camposano per i suoi 61 anni di iscrizione all'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Nola di cui era il tesserato numero 1. Alla sua amministrazione tra le tante opere si deve la costruzione della scuola Elia Aliperti e del pala Aliperti a Lausdomini. Aveva trascorso alcuni anni della sua adolescenza a Gondar in Africa. Laureatosi in economia e commercio presso la facoltà di Napoli a soli 23 anni, inizio' ad insegnare giovanissimo a Torre del Greco. Una lunga e stimata carriera come docente di ragioneria, poi, al Diaz di Napoli, dove ha insegnato fino alla pensione. Fu anche presidente dei Revisori di Conti al Comune di Marigliano e di Brusciano e all’Istituto per il sostentamento del Clero di Nola.
Ciao professore. Come cronista la ricorderò sempre per la persona perbene quel era. Mai sgarbato, mai vendicativo, anche quando con articoli duri si denunciavano gli squallidi interessi edilizi, vivi in ogni epoca in città. Se arrivavano pezzi di denuncia a tutela del patrimonio storico, architettonico e ambientale lei professore fermava immediatamente i progetti e li faceva rivedere d’accordo con la Soprintendenza del Paesaggio e dei Beni Artistici e Architettonici. Non andava avanti con la forza della tracotanza e dell’arroganza. Per citare qualche esempio: ricordo i lavori all’ex ospedale, sede della guardia medica, immediatamente la sua Giunta si attivò per mantenere il recupero filologico quando i cantieri furono fermati dalla denuncia di chi credeva e crede che non si può andare avanti senza memoria. Lo stesso avvenne anche per il cantiere infinito “Antonia Maria Verna”, quando fu denunciata la sparizione delle reliquie dei Santi Fortunato e Liberata e per il rifacimento dell’area antistante la chiesa di San Marcellino. Mai nessuna pressione o potere esercitato per mettere il bavaglio utilizzando la propria forza politica a discapito della libertà di informazione. Grazie professore per aver rispettato il mio ruolo di cronista.
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