20/04/2024
(162 utenti online)
Cronaca Sanità Maria Capasso 31 marzo 2018 09:37 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
FOTO
MARIGLIANO - Togliete le mani dai palazzi storici. Cittadini indignati temono per le sorti del settecentesco palazzo dei baroni D'Alessandro , messo in vendita da una nota agenzia immobiliare. Nel XVIII secolo fu l'architetto Carlo Vanvitelli a ristrutturare le sue fabbriche . Gia' nel 2013 ben sette parlamentari del M5S presentarono un'interrogazione a riguardo denunciando il sacco della citta'.
Ma lo scempio va avanti. 10 immobili di riconosciuto valore storico tra caseggiati antichi, palazzi settecenteschi e ville sono gia' stati polverizzati. Le annunciate istruttorie e i provvedimenti di vincolo finora sono rimasti lettera morta. Perche' il piano di valorizzazione e di tutela del centro storico redatto dall'architetto Nino Serpico dal 2006 e' rimasto a dormire nel cassetto? Si faccia
luce: Marigliano ne ha bisogno. E basta.
Stop al sacco della citta'. Quali che siano i diritti di proprietà, la distruzione di un edificio storico non deve essere permessa agli speculatori il cui interesse acceca il loro onore, miserabili uomini, così imbecilli da non comprendere nemmeno di essere dei barbari! Ci sono due cose in un edificio: il suo uso e la sua bellezza; il suo uso appartiene al proprietario, la sua bellezza a tutti: distruggerlo è dunque oltrepassare i propri diritti»
Nitide, forti: le parole di Victor Hugo di più di un secolo fa, sembrano scritte oggi appositamente per Marigliano. E io le voglio pronunziare ancora una volta sperando che scuotano coscienze perché in ballo c’è la difesa di un bene che appartiene a tutti, un bene di cui tutti siamo responsabili: il quattrocentesco palazzo D'ALESSANDRO, negli anni sede del liceo Scientifico prima e della scuola media Elia Aliperti dopo, realizzato in epoca vicereale su un'area occupata da una delle porte medievali della terra murata di Marlianum.
Un grido disperato contro la barbarie dell’ignoranza, dell’arroganza, della speculazione, un grido potente contro la distruzione a danno del patrimonio artistico e monumentale di Marigliano. Da oltre un ventennio stanno devastando, polverizzando, distruggendo, demolendo la memoria storica della città mentre i comitati d’affari si ingrassano, rifilandoci edilizia squallida, brutture, scempi.
La meschinità devastatrice dell’arte cementificatoria non ha mai conosciuto soste. Se le cose vanno ancora di questo passo di Marigliano non rimarrà nulla. Nulla. Profanazione, degrado e rovina minacciano il poco che ci resta della sua millenaria storia. I terremoti e le guerre sono stati più rispettosi.
La difesa del patrimonio culturale di Marigliano è stata una delle mie prime battaglie combattute con un gruppo di amici fin dal 1994. Come non ricordare i compianti Francesco Aliperti e Guido Galdi che contagiavano con la loro immensa cultura del bene storico e della memoria. E ancora gli storici Luigi Monda, Pierfrancesco Rescio, Giovanni Villano a cui nel tempo si sono affiancati professori come Franco Trifuoggi, Luciana Arbace, Giancarlo Alisio, Cettina Lanzara Calabria, Angerio Filandieri di Candida. Abbiamo cercato di difendere gli edifici storici della città dall’ignoranza, dal fanatismo e dalla speculazione che rendevano prassi comune la loro distruzione.
E oggi più che mai vogliamo continuare a farlo. Sul tavolo della Soprintendenza e al Comune ci sono maree di denunce del Comitato Proborgo che ha cercato di contrastare il sacco della citta' contro la politica dell'indifferenza. Da palazzo Letizia a palazzo Montagna, da Palazzo Di Pinto a quello Bonazzi Di Sannicandro, da palazzo Attena al palazzo della Commenda dell'Ordine di Malta a palazzo Spizuoco: non e' mancato il nostro impegno e persino le denunce ma chi doveva fare e doveva dare corso agli strumenti per bloccare la cementificazione non l'ha fatto.
E' dal '94 che stiamo lottando contro l'indifferenza . Rischiano di andare giu' anche gli altri due caseggiati in pietra tufacea di corso Vittorio Emanuele. Uno nei pressi del convento di San Vito e'stato gia' demolito: al suo posto 25 appartamenti. 12 appartamenti sulle rovine di palazzo Spizuoco-Attena . 30 appartamenti, parcheggi sotterranei e locali commerciali al posto di villa Attena. Lottizzazione al posto della casa canonica della chiesa di San Nicola in via Sant'Antonio approvata ad ottobre.
La coltre del cemento non si arresta e va avanti come una cancrena maligna distruggendo la memoria. Cosa vogliamo fare per bloccare il business del mattone nel centro storico? Il sindaco Antonio Carpino dice che ha investito il presidente della commissione urbanistica e lo stesso assessore Napolitano per far porre i vincoli affrontando la questione Piano Casa in Consiglio Comunale. Marigliano e' stanca di essere oltraggiata e maltrattata e si schiera dalla parte della sua anziana storia, giunco nelle mani del cemento. Noi non ci stiamo e combatteremo la nostra battaglia di civilta' contro le minacce e la politica dell'affarismo.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright MARIGLIANO.net
Commenti