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Cronaca Redazione 13 gennaio 2018 00:49 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - Prosegue l'attività di spaccio, nonostante gli arresti domiciliari, e più volte viola la misura restrittiva, tra evasioni e frequentazioni proibite. Dopo una lunga serie di fermi, segnalazioni e richieste di aggravamento della misura, effettuate dai carabinieri, finisce in carcere il 20enne Pietro Caliendo.
Era solo un ragazzino quando i carabinieri della stazione di Marigliano , diretti dal comandante Raffaele Di Donato, lo fermarono la prima volta per spaccio di stupefacenti.
Un fermo che avrebbe dovuto in teoria “salvarlo”, che sarebbe dovuto esser per lui, ancora minorenne, la famiglia e i servizi sociali, un monito, una sorta di allerta che esortava tutti, ciascuno per le sue competenze e responsabilità ad intervenire con impegno ed attenzione affinché il ragazzino appena adolescente ritrovasse come si suol dire “la retta via”.
Ma come purtroppo accade di sovente, quell'impegno non c'è stato. E quello che all'epoca era solo un ragazzino ha proseguito sulla via dell'illegalità consacrandosi spacciatore di professione.
Quel fermo si è rivelato essere poi di fatto, solo il primo di una lunga serie di fermi, provvedimenti ed arresti, effettuati dalle forze dell'ordine negli anni a seguire. Raggiunta la maggiore età e una ricca collezione di misure e segnalazioni per spaccio, Caliendo era stato infine sottoposto a regime costrittivo ai domiciliari.
Ma neppure la misura restrittiva lo aveva scoraggiato dal continuare a vendere stupefacenti dal suo domicilio. I carabinieri della locale stazione durante controlli e perquisizioni domiciliari, avevano diverse volte trovato in casa ingenti quantitativi di stupefacenti, occultati persino nella lavatrice e anche armi e munizioni.
Tante altre volte invece avevano sorpreso il giovane per strada, mentre violava la misura restrittiva e si accompagnava a pregiudicati. La scorsa mattina, dopo le numerose segnalazioni e richieste di aggravamento, i carabinieri hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere come disposto dalla Procura del Tribunale di Nola. Pietro Caliendo, ormai 20enne, stavolta è finito dietro le sbarre.
Monica Cito
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