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Cronaca Nicola Riccio 24 novembre 2017 21:53 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
SAN VITALIANO – E’ quasi buio. Un’altra giornata di lotta è trascorsa. Dopo vari turni, pochi superstiti infreddoliti affollano il gabbiotto della sicurezza all’entrata. I cancelli chiusi, blindati. Poche luci ad illuminare i cartelli “Fabbrica Occupata”, che campeggiano sull’inferriata esterna. Scritta nera a mano, su supporto chiaro, agganciato con nastro e fil di ferro.
I dipendenti camminano nervosamente nello spiazzale dello stabilimento, che hanno considerato casa per tanti anni. Bruciano sigarette. Non vogliono parlare con la stampa. Bocche cucite, perché una parola di troppo potrebbe magari far precipitare l’interesse di un acquirente che, ad oggi, non ha un nome, non ha un volto , ma giurano che ci sia.
Da ieri il Salumificio Spiezia è occupato : una presenza fissa in azienda, agli occhi dei dipendenti, potrebbe stimolare e spingere alla mossa l’interessato.
I lavoratori sono ad un ennesimo bivio : terminata la cassa integrazione , partite le lettere di licenziamento, si aprono le porte dell’indennità di disoccupazione, in attesa e nella speranza che l’imprenditore interessato si decida ad agire.
Un gioco a 3 dove tutti vincono : i dipendenti perché ritornano ai posti di lavoro, la Famiglia Spiezia, i titolari, che così potrebbero avere un ristoro diverso da quello che ne potrebbe scaturire dall’azione dei commissari liquidatori e proprio il compratore che potrebbe fare l’affare, acquistando un marchio importante a prezzo di saldo.
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