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Cronaca Redazione 11 novembre 2017 17:10 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
BRUSCIANO - Stesa nel centro storico, ennesima sparatoria in strada, 4 colpi di pistola esplosi contro un uomo del clan Rega: è la guerra di camorra che prosegue in un inquietante silenzio. L'agguato è avvenuto nei pressi di via Roma poco prima delle 21, quando le strade del centro erano ancora affollate di gente. Nessuno ha allertato le forze dell'ordine, l'omertà regna.
LA GUERRA
Gli scontri tra gli appartenenti a due diversi e contrapposti gruppi criminali che si fronteggiano per la conquista dell'egemonia sul territorio, si ripetono ormai da un anno, una sequenza di azioni violente, tra sparatorie, agguati e bombe, che hanno letteralmente cambiato il volto del paese divenuto remissivo e sottomesso, dove si respira solo paura e arrendevolezza, se non indifferenza. Un paese che ha perso la dignità, che sta rinunciando senza battere ciglio alla propria libertà in favore della camorra, schiavo di una omertà dietro la quale in troppi si nascondono, nell'illusione che possa fargli da scudo ma che di fatto rende tutti più vulnerabili e soli. In questo scenario desolante, inquieta e inorridisce il silenzio assordante dell'amministrazione, della politica, della chiesa. Nessuno, dal sindaco al parroco ha preso posizione manifestando apertamente il proprio dissenso, non una sola parola di condanna spesa sui gravi fatti che stanno trasformando Brusciano in una zona di guerra, dove esplosioni di bombe e sparatorie in strada non fanno neppure più notizia.
LA SPARATORIA
Mancava poco alle 21, nel cuore del centro storico all'incrocio tra via Semmola, via Padula e via Roma, ancora affollata di gente, giungono due persone, a bordo di un mezzo non meglio identificato che improvvisamente rallenta, uno dei due fa fuoco contro un giovane, affiliato e vicino al boss Tommaso Rega, alias Chirichiello, reggente dell'omonimo clan. La sparatoria mette ovviamente tutti in agitazione e ne segue un fuggi fuggi generale mentre il ras e i suoi accoliti si trincerano. Nessuno è rimasto ferito, gli aspiranti killer si dileguano a tutta velocità con una sonora sgommata. In paese cala il silenzio, un silenzio inquietante. Nessuno allerta le forze dell'ordine, tutti tornano sommessamente alla loro routine fingendo una normalità che fa solo rabbia e paura. Solo all'indomani i carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna diretti dal capitano Tommaso Angelone, che nonostante la totale mancanza di collaborazione dei cittadini e la fitta coltre di omertà, stanno mettendo a ferro e fuoco il territorio nel tentativo di sgominare definitivamente i gruppi criminali e mettere fine alla guerra prima che sia versato sangue innocente, grazie ad una serrata attività investigativa, apprendono della sparatoria e fanno scattare le indagini. Appena 20 giorni fa, a poche decine di metri dal luogo della sparatoria si consumava un altro agguato: una bomba fu fatta esplodere dinanzi all'abitazione del fratello del boss Tommaso Rega. Una deflagrazione che avrebbe potuto generare una strage di innocenti se vi fossero stati passanti, ma neppure allora furono allertati i carabinieri .
Monica Cito
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