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Cronaca Antonio Franzese 23 settembre 2017 13:23 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
Due gli indagati per corruzione: una dipendente della Federico II e il marito
NAPOLI - Boom d'irregolarità ai test d'accesso. Soldi in cambio della risposta giusta, quella che ti apre le porte alla facoltà di medicina, che ti consente di entrare nel «numero chiuso» più ambito dagli studenti italiani. È l’ipotesi battuta in queste ore dalla Procura di Napoli, che ha deciso di aprire un’inchiesta sui test di medicina tenuti a Napoli lo scorso cinque settembre.
Corruzione il reato ipotizzato, in un fascicolo culminato in una serie di perquisizioni e sequestri messi a segno dalla polizia giudiziaria.
Al momento risultano indagati un’impiegata della Federico II e il marito: la donna si chiama Tiziana Bellardino, lavora come assistente ad una delle biblioteche cittadine e vanta riconoscimenti umani e professionali da parte di colleghi e superiori.
Nel giorno del test, Tiziana Bellardino svolgeva il ruolo di sorvegliante alle prove, una sorta di vigilanza interna, assieme ad altri colleghi. Ad essere coinvolto anche il marito Ciro Palumbo, ex impiegato della Federico II. Entrambi sono stati perquisiti nel giorno della prova, a caccia di conferme decisive a far decollare l’inchiesta.
Napoli, in particolare l'Università Federico II, è la più scorretta dopo Roma. In particolare, gli atenei finiti sotto accusa da parte degli studenti sono stati soprattutto La Sapienza di Roma (21% dei casi), l’Università Federico II di Napoli (13%), l’Università degli Studi di Catania (10%), l’Università di Palermo (9%) e la Statale di Milano (5%).
Tra le denunce più frequenti risultano: problemi relativi alla scheda anagrafica (19% dei casi), non rispetto delle tempistiche (15%), mancati controlli (13%) e utilizzo di smartphone (10%).
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