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Cronaca Antonio Franzese 10 luglio 2017 13:33 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
La Polizia ha arrestato gli uomini del clan grazie alle intercettazioni ambientali
NAPOLI - Camorra. Nel corso della giornata odierna, la Squadra Mobile della Questura di Napoli ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di sette indagati, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta di questa Direzione distrettuale antimafia.
La misura cautelare coercitiva personale è stata adottata nei confronti di soggetti gravemente indiziati di avere deliberato, organizzato ed eseguito all’omicidio di GASTELLO Andrea ed il tentato omicidio di RUGGIERO Castrese in data 14.3.2014. Per due indagati vi è anche la contestazione relativa all’omicidio di lupara bianca ai danni di RUGGIERO ANTONIO, scomparso il giorno precedente.
Si tratta di efferati episodi criminali che si inseriscono nei contesto della faida interna che si è accompagnata alla riorganizzazione del clan camorristico AMATO PAGANO, operativo nell’area nord di Napoli, nel periodo immediatamente successivo all’arresto del giovane capo clan RICCIO Mariano (4.2.2014).
Costui, pervenuto ai vertici della potente consorteria camorristica egemone su Melito e Mugnano a seguito degli arresti del suocero PAGANO CESARE e dei nipoti di AMATO RAFFAELE, dopo aver affrontato la faida del 2012, al termine della quale si era trovato a dover cedere agli alleati della Vinella Grassi il controllo di Scampia e di Secondigliano, aveva ingenerato all’interno della propria organizzazione criminale un forte malcontento.
Il movente di entrambi gli omicidi, come riconosciuto dal GIP, si inquadra quindi nel contesto dello scontro strisciante tra le due fazioni (trasformatosi poi in faida interna), le cui ragioni di fondo sono rappresentate dalla contrapposizione tra i nuovi ed i vecchi affiliati. La caccia all’uomo si apri immediatamente all’indomani dell’arresto di RICCIO, con incursioni armate, azioni violente in pieno giorno nel centra di Melito e di Mugnano, unitamente all’organizzazione di vere e proprie trappole tese a tradimento in cui sono cadute le vittime degli omicidi ricostruiti dell’ordinanza cautelare.
Apporto fondamentale alle indagini e stato dato dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, ma di rilievo risultano altresì le indagini tecniche, tra cui le intercettazioni ambientali che descrivono in diretta all’omicidio del CASTELLO e la scomparsa del RUGGIERO, immediatamente ricondotta alla sua uccisione per mano dei melitesi, nonché le vicende che hanno condotto allo scontro.
Le persone tratte in arresto sono: AMIRANTE Dario, DE STEFANO Emanuele, GAMBINO Angelo Antonio, NAPOLEONE Renato, ROSICA Roberto, RUSSO Francesco Paolo, TUBELLI Francesco.
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