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Cronaca Sanità Maria Capasso 04 giugno 2017 00:06 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
De Luca: presto i fondi per il restauro e per eliminare le infiltrazioni d'acqua dal convento
MARIGLIANO - Il presidente della Giunta regionale della Campania in visita a Marigliano assicura i fondi per la basilica di San Vito che versa in precarie condizioni conservative. “E’ stata una mattinata di grande spiritualità. Dobbiamo salvare questo bel convento che ha problemi strutturali e infiltrazioni. Dobbiamo recuperare questo convento non solo per le attività religiose, ma anche per gli anziani ospitati qui . Non c’è più tempo da perdere”.
E’ l’impegno del governatore Vincenzo De Luca che ha partecipato con intensa commozione alle funzioni religiose rimanendo catturato dalla predica di fra Giuseppe Sorrentino il quale ha ridato linfa alle attività dei frati minori. Per l’occasione De Luca poi che ha fatto una lunga passeggiata nei giardini del complesso monastico quattrocentesco ha lanciato il progetto di un parco della pace.
“Vorrei realizzare qui un parco della pace per la comunità e per i ragazzi dei paesi vicini. Un’oasi dove riflettere sui concetti di non violenza e legalità. E’ un’idea che mi è venuta adesso”: ha affermato il presidente. In sua compagnia il generale De Pascale accompagnato dal già consigliere comunale Michelangelo Esposito Mocerino, da sempre vicino alla comunità francescana.
Le parole di frate Sorrentino che ha invitato ad aiutare non a parole ma con atti concreti hanno colpito il presidente:” La carità non è fondata sulle chiacchiere”- A fargli eco le parole del generale De Pascale. “Questo convento merita una grande attenzione perché è un punto di riferimento non solo per Marigliano ma per tutti i paesi vicinori. Ristrutturarlo significa ridare linfa a tutte e attività culturali e farne il fulcro dell’aggregazione. I beni storici sono la memoria e il vissuto di una comunità. Preservarli è un dovere”.
Una storia davvero secolare quella del convento di San Vito come si evince negli scritti di Pietro Lorenzo. A preoccupare sono le infiltrazioni d’acqua dal soffitto che rischiano di cancellare l’imponente tela del martirio di san Vito. “Una prima chiesa sorse probabilmente nell'alto medioevo sul luogo di sepoltura del martire Vito, con orientamento trasversale rispetto all'attuale luogo di culto. Nel 1485 i Conventuali vi costituirono una piccola comunità. Nel 1497 Alberico I Carafa, conte di Marigliano, finanziò i lavori di ammodernamento e restauro del luogo che portarono alla rotazione di 90° gradi dell'asse della chiesa nella direzione attuale e la realizzazione di tre navate.
Per motivi sconosciuti, però, il convento fu donato ai Francescani Minori che lo tennero dal 1499 fino alla soppressione del 1866, e che vi rientrarono ufficialmente nel 1899. Numerosi i lavori eseguiti nel corso dei secoli: tra essi i più importanti furono quelli del 1565 (realizzazione del campanile, poi ricostruito nel 1679 a seguito del crollo, e spostamento dell'ingresso del convento), del 1643-48 (elevazione del primo piano del convento e cornici delle finestre, grazie anche al finanziamento di re Filippo IV), del 1737 (avancorpo della facciata) e del 1767-1770 (interno della chiesa, ridotto all'epoca in navata unica, cappelle laterali alla navata), del 1840 (secondo chiostro).
L'interno, invece, risente fortemente dei restauri condotti tra il 1893 e il 1927. Di grande interesse le numerose opere d'arte: gli altari laterali all'unica navata con tele dell'ambito di Francesco De Mura (seconda metà XVIII secolo (da sinistra entrando: Ss. Giacomo della Marca, Giovanni da Capistrano e Bernardino da Siena; S. Giuseppe; Ss. Pasquale Baylon e Agostino; Ss. Margherita, Elisabetta e Caterina da Siena; Ss. Antonio Abate, Lucia e Barbara), la "Madonna della Speranza" (fine '600), le due tele di Decio Tramontano (nel coro superiore), le statue (sempre da sinistra, entrando: S. Antonio da Padova, sec. XIX; S. Francesco, sec. XVIII; S. Vito, sec. XVII; Crocifisso del presbiterio, sec. XVI; Immacolata nella Cappella d'Avenia, 1770), la balaustra barocca del coro superiore sorretta da due colonne con capitelli corinzi tardoantichi, donate dopo il 1650 (e di provenienza sconosciuta), la straordinaria cappella D'Avenia, 1589, con le sepolture di famiglia e altri monumenti funebri, le tele di G. B. Azzolino (Porziuncola, prima metà del '600) e di Domenico Guarino (Visione di Costantino, 1719).
Nell'antica navata di sinistra dell'antica chiesa rinascimentale, in corrispondenza di quello che fu il presbiterio della chiesa medievale originaria è il sacello con la tomba di S. Vito (interessanti le maioliche, secc. XV-XVII) e l'affresco rinascimentale con la sepoltura del santo. Sulla stessa parete è l'acquasantiera trecentesca dell'antica chiesa. Immediatamente attiguo è il bellissimo chiostro porticato, a pianta rettangolare, su 12 arcate a pieno centro sorrette da colonne. Al centro è una vera da pozzo in piperno con l'emblema dei Francescani; lungo le pareti sono interessanti frammenti lapidei rinascimentali e barocchi e gli stemmi maiolicati dell'Ordine (1761) e del Convento (1843)”.
Un bene di grande valore storico religioso che la città non può non preservare.
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