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Cronaca Vincenzo Esposito 15 dicembre 2016 18:45 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
NAPOLI – Un grido dÂ’allarme che fa seguito alle tante segnalazioni relative al tema sicurezza da parte dei lavoratori del trasporto pubblico. Un lavoro difficile quello di chi, troppe volte, si trova a fare i conti con la maleducazione di alcuni viaggiatori, sfociata anche in violenza nei casi più estremi.Â
Parole offensive, timore per aggressioni fisiche, impediscono il sereno svolgimento del proprio lavoro –“Non possiamo essere bersaglio delle aggressioni fisiche di ogni balordo ubriaco – scrivono i lavoratori -  o delinquente che cerca di affermare la propria supremazia e pretende di viaggiare alle proprie condizioni; non possiamo pensare di andare a lavorare per poi finire il turno al pronto soccorso di un ospedale, da soli perché i dirigenti ed i funzionari aziendali ci "onorano" della loro presenza soltanto se c'è qualche danno ai treni oppure ai bus, considerandoci meno che come oggetti.Â
“Non possiamo pensare – continua la lettera -  di essere i primi che vengono identificati dalle forze di polizia quando li chiamiamo per chiedere aiuto, quasi quasi trattati alla stregua di quei delinquenti che invece vandalizzano i mezzi di trasporto, picchiano i viaggiatori, picchiano noi! Noi non ci stiamo. Il giorno 16 dicembre manifesteremo in silenzio e con dignità contro l'abbandono, da parte delle istituzioni, che ogni giorno subiamo, e lo subiamo sulla nostra pelle”.Â
Nella
giornata di domani, 16 dicembre, i lavoratori dell'EAV porteranno sulla
giacca un nastro arancione per manifestare, per protestare in modo silenzioso e
civile contro tutto questo. I treni dell'EAV partiranno in ritardo di qualche
minuto e alle 11 si fermeranno per qualche secondo, in qualsiasi punto della
rete essi si trovino, e suoneranno la tromba –“sarà questo un amaro lamento di
chi sta vedendo morire il Trasporto Pubblico Locale, un lamento che peserÃ
sulla coscienza di tutti quelli che avrebbero potuto fare qualcosa e non
l'hanno fatto, un lamento che speriamo scuota le coscienze di chi può
intervenire e fa finta di non vedere, di chi può agire e non lo fa”
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