19/04/2024
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Cronaca Vincenzo Esposito 02 dicembre 2016 20:28 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
NOLA Continua la
battaglia di Confedercontribuenti
mirata a fare luce sulla situazione Cis di Nola. Fin dal principio, lassociazione
guidata dal Pres. Finocchiaro, ha chiesto di far luce sulla preoccupante realtà
di uno dei centri allingrosso maggiori dEuropa.
È arrivato lo scorso 17 Novembre il provvedimento di omologazione concesso dal Tribunale di Nola al Cis spa per laccordo di ristrutturazione del debito con le banche. Proprio in merito lomologazione sono stati presentati ai Giudici dAppello una nuova serie di documenti.
Nel respingere la
prima opposizione si legge nella nota - il Tribunale di Nola faceva
riferimento allaccordo di ristrutturazione del debito presentato da Interporto
SpA, per il quale non era da noi stata presentata alcuna opposizione, e non a
quello relativo al CIS SpA, lunico contro il quale Confedercontribuenti si era
opposta in nome dei soci. Tanto che il giudice di Nola, nel provvedimento di
rigetto dellopposizione riportava esattamente il numero di procedura
relativo a Interporto e non quello relativo a CIS SpA. Ne consegue che il
provvedimento oggi reclamato è da ritenersi affetto da nullità per vizi
sostanziali che si sono verificati nella formazione stessa del provvedimento,
mancando proprio di quel minimo di elementi o presupposti che sono necessari
per produrre quelleffetto di certezza giuridica.
A questa prima, clamorosa circostanza, ne seguono
altre non meno macroscopiche, tutte dettagliate
nel reclamo. Come la mancata presentazione del Bilancio 2015 da parte di CIS
SpA, presupposto indispensabile (insieme ai bilanci dei due anni precedenti)
per chiedere lomologazione. Ma quel Bilancio 2015 non lo ha mai né approvato
né depositato. Come era dunque possibile concedere lomologazione?
« A fronte di tale omissione
scrivono i legali Confedercontribuenti - ed a fronte di un accordo
interamente basato sulle risultanze del bilancio 2015 (non approvato) non si
comprende liter logico seguito dal giudicante per condurlo alla omologazione
di siffatto accordo in assenza di un documento, che rappresenta uno dei
momenti più rilevanti nella vita societaria.
Ulteriori dubbi vengono promossi da
Confedercontribuenti Altre inspiegabili circostanze
riguardano poi il professionista attestatore, vale a dire il soggetto chiamato
a convalidare la richiesta di omologazione. Per svolgere un così delicato
compito, il professionista deve avere, secondo la legge, i
necessari requisiti di indipendenza e terzietà rispetto alle parti e,
quindi, assoluta imparzialità. Ma non è questo il caso del professionista
prescelto da CIS SpA, perché il professionista incaricato risulta essere
già stato il redattore della relazione su incarico di Interporto
Campano, società partecipata dal CIS che risulta debitrice del CIS per
importi superiori a 30 milioni di euro.
E di tutta evidenza si legge in
proposito nel reclamo - che la giustificazione addotta
dal primo giudice, per rendere forzatamente legittima la doppia sottoscrizione
del professionista attestatore e che lo ha condotto a non ravvedere un
motivo di diniego dellomologa in quanto la ristrutturazione del debito
concerne il medesimo distretto di Nola (che non è soggetto giuridico, ma
unarea allinterno della quale operano circa 1.000 aziende), è priva di ogni
fondamento giuridico.
Tale, clamoroso conflitto
dinteressi, non potrà non avere il dovuto peso specifico nella valutazione del
giudici di Appello.
Richiamando ampia e corposa giurisprudenza, lavvocato
Concetta Italia pone poi sul tappeto altri
elementi di rilevante evidenza, come il fatto che lindebitamento di
CIS SpA non dipende, come si vorrebbe far credere dalla relazione ex art.
182 bis L.F., dalla morosità dei soci che non hanno pagato il sub mutuo ma
bensì dalla circostanza che il management del CIS con i pagamenti effettuati
dai soci non morosi per le rate di sub mutuo anziché diminuire il debito
verso le medesime banche che oggi rappresentano il 60% dei creditori, procedeva
ad effettuare anticipazioni e finanziamenti a Interporto Campano SpA per 29.8
mln, facendo accrescere lesposizione debitoria verso le banche in
maniera esponenziale e sospendendo i pagamenti dal dicembre 2011 ad oggi.
Ed ancora, un «altro elemento di forte
connotazione di questo
Accordo è la blindatura da ogni azione di rivendicazione per anatocismo,
ma specificatamente del devastante onere dei derivati. Su tutto, la considerazione che lintero progetto
messo in atto da CIS SpA è fortemente inquinato dal desiderio del
ceto bancario di privilegiare l'Accordo Interporto spa, come si evince dal
testo dellAccordo, strettamente vincolato e subordinato, realizzando un
evidente abuso di potere dominante a discapito dei creditori del CIS e dei soci
delle società dichiarate fallite i cui giudizi di impugnazione sono
ancora sub iudice. Attendiamo fiduciosi il giudizio della Corte dAppello
di Napoli sulla base dei tanti, stringenti elementi da noi forniti
ha dichiarato questa mattina Carmelo
Finocchiaro, presidente nazionale di Confedercontribuenti.
Nei prossimi giorni
Finocchiaro sarà inoltre nuovamente
sentito anche dagli inquirenti della Procura partenopea che sono al lavoro sul
caso CIS di Nola, sulla catena di fallimenti dei soci e sulle oscure
circostanze che hanno portato alla crisi occupazionale a Napoli e nel nolano.
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