26/04/2024
(126 utenti online)
Cronaca Redazione 31 agosto 2015 15:48 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
CASTELLO DI CISTERNA - Ritrovato bruciato in un campo, a Brusciano, il motorino utilizzato dai rapinatori. Era stato rubato a Pomigliano d'Arco. Hanno le ore contate gli assassini dell'eroe ucraino Anatoliy Korol. Il 37 enne che è stato spietatamente ucciso sotto gli occhi della propria figlioletta di un anno e mezzo nel tentativo di sventare una rapina nel supermercato Piccolo di Castello di Cisterna, sabato sera.
I carabinieri hanno passato al setaccio il quartiere Cisternina, situato proprio nei pressi del market di via Selva dove è avvenuta la tragedia e il rione 219. Si fa insistente la convinzione che la gang dei sanguinari rapinatori sia della zona e che la vittima forse li aveva anche riconosciuti. Da qui la spietata esecuzione mortale. I banditi nonostante la serata afosa erano coperti integralmente con delle tute, forse per camuffare dei tatuaggi e avevano il volto coperto da maschere di carnevale e caschi integrali. Un look insolito per banditi che non sono del posto.
Gli inquirenti stanno lavorando proprio su questo aspetto. Le indagini sarebbero ad un passo dalla soluzione anche perché le forze dell'ordine stanno passando al setaccio gli ambienti che gravitano nell'illegalità alla ricerca di informazioni. Chi in queste ore sta fornendo ospitalità al killer? Intanto scatta la catena di solidarietà per la povera moglie, Nadia, stretta nella morsa del dolore insieme alla figlioletta 15nne. Il viaggio della speranza ha distrutto i sogni di una dolce famiglia che puntava a raggiungere la tranquillità economica per poter un giorno ritornare nella propria terra di origine: l'Ucraina, forte del proprio progetto di vita insieme.
In molti si chiedono a cosa sia valso il gesto del povero Anatoliy, che non ha esitato ad avventarsi sul rapinatore che armato di pistola stava seminando il terrore nel supermercato, pagando con la vita il suo innato senso di giustizia: quello che lo ha fatto agire d'istinto con la convinzione insita nel Dna che la legalità è più forte della violenza e della sopraffazione. Per questo eroe si chiede che venga apposto un monumento in sua memoria in un luogo pubblico, al centro di una piazza, con tanto di pergamena per fare in modo che l'opinione pubblica non smetta mai di riflettere e di dissentire.
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright MARIGLIANO.net
Commenti