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Cronaca Andrea America 16 luglio 2015 23:39 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Una volta, all’inizio degli anni ‘50 quando veniva l’estate, e mangiavamo pane e cipolla, nelle case non avevamo l’acqua, ma tantissima dignità e sacrifici, andavamo a riempire il bottiglione di vetro alla fontana pubblica più vicina e di solito ci lavavamo con l’acqua del pozzo al centro del cortile accanto al lavatoio. Non vi racconto le fatiche delle donne quando facevano il bucato nel lavatoio e com’era bianco e profumato l’odore di quella biancheria. Chi non l’ha sentito non potrà mai crederci.
Con il sole che spaccava le pietre, da ragazzini giravamo per le strade del paese a torso nudo, scalzi e in mutandine, per stare più freschi. Ci divertivamo un mondo ad andare spesso in via Ponte dei cani, località Gaudello, per fare il bagno in un ristagno di acqua fredda. Durante il percorso capitava spesso di scappare perché inseguiti dai contadini che ci sorprendevano a rubare frutta nelle loro campagne. Soprattutto prugne, pere, albicocche e pesche, e anche angurie e meloni. Ripensandoci bene quella frutta era molto più dolce e profumata di quella attuale. Non perché non si pagava, ma di certo più saporita di quella che si trova oggi nei supermercati anche perché il terreno era meno sfruttato, più ricco di vitamine, l’aria non era inquinata e non c’era la Terra dei fuochi.
Erano campagne fertili e ben curate, ricche di mille colori e a tutti era possibile, anche in tempi di magra sgranocchiare qualche spiga o raccattare frutta e così riuscire a sopravvivere. La natura conservava la sua innocenza primigenia e si era portati a essere tutti come una grande famiglia in cui i tratti dominanti erano la semplicità e l’essenzialità dei gesti e delle parole. Anche l’abbronzatura era diversa: senza creme, senza spiaggia, senza mare, eravamo neri e abbronzatissimi. “Curti ‘e niri, nui simme d’’o Sud”.
Gente che si faceva ammazzare per una parola data, che soffriva nel vedere un amico o compaesano in disgrazia e se diceva di essere dispiaciuto lo era veramente. Gente che aveva fiducia nella legge e nell’amicizia, che quando ti dava il buongiorno era un buongiorno davvero. E se ti esprimeva solidarietà umana lo faceva con affetto, con orgoglio, senza scopi speculativi e interessi politici. E ben sapendo che la solidarietà non è un semplice atto di carità umana. E’ un insieme di valori e di amore per il prossimo che deve corrispondere all’esame della propria coscienza. Diversamente, è tutt’altra cosa.
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