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Cronaca Redazione 22 aprile 2015 14:44 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - BOSCOFANGONE - E' rimasto tutta la notte in cima alla ecoballe, a venti metri di altezza, e non è affatto intenzionato a mollare la protesta. Sotto alle montagne di rifiuti una scritta inquietante: "Pira funeraria", una pira che potrebbe produrre fumo da un momento all'altro se Salvatore Bottiglieri, dipendente del consorzio regionale di bacino, dovesse darsi fuoco. Non ha toccato cibo e neanche acqua finora. Il liquidatore di Napoli gli ha anche assicurato il pagamento di uno stipendio, ma lui ha rifiutato: "Dovete pagare tutti, non solo me".
Rischia persino di disidratarsi Salvatore, ma il suo senso di solidarietà prevale sull'egoismo e l'indifferenza con cui finora è stata trattata la questione. da parte delle istituzioni. Cosparso di alcol denaturato è pronto anche al gesto estremo se nessuno si sensibilizzerà alla vertenza garantendo il pagamento degli stipendi. Se lui brucerà, alle responsabilità per una vita umana persa, si aggiungerà anche una catastrofe ecologica immane. Sono 57 mila tonnellate le montagne di ecoballe di Boscofangone che rischiano di bruciare se Salvatore perderà la calma.
Francesco Capasso, leader M5S, che si è portato sul posto usa parole veramente dure nei confronti delle istituzioni. "Non esiste più il mafioso o il camorrista che va in giro ad uccidere a colpi di lupara, oggi il camorrista... il mafioso siede nelle istituzioni, ha il colletto bianco e non più la coppola e ci uccide non più con un colpo secco, ma giorno dopo giorno con l'insensibilità".
Sono 11 gli operai che a Marigliano da 32 mesi non ricevono lo stipendio : fanno parte di quell'esercito di 2700 addetti del consorzio regionale di bacino che stanno lavorando gratis da circa 3 anni. Chi deve pagarli non lo fa: non ha sensibilità e se ne approfitta della condizione di dipendenza e di disperazione di chi nella vita occupa posizioni subordinate.
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