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Cronaca Andrea America 16 agosto 2014 01:56 Circa 5 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANO - Che ferragosto di merda. Da cinque mesi agli arresti domiciliari. Senza un euro in tasca, sprofondato sul divano, tra le quattro mura di una catapecchia della 219. L'odore insopportabile della muffa, e quella troia della mia fidanzata che se n'era scappata col figlio del capo zona. Da quella.. cavolo di televisione in collegamento dall'isola di Capri, la bella Cameron Diaz in bikini provocava col suo sorriso ammaliante e i seni a palloncino. Il termometro segnava 40 gradi all'ombra, il frigo era vuoto, l'acqua dal rubinetto usciva scura e di strano odore. L'atmosfera sembrava quella dei condannati a morte. In quel luogo maledetto erano concentrati i figli partoriti da una terra maligna dal destino segnato. Quella mattina alle dieci erano già passati i carabinieri per accertarsi che stavo in casa, dopo la riconferma degli arresti e il sequestro del telefonino.
Ero solo come un povero cristo, abbandonato come un cane, mi giravo e rigiravo sul divano, sudavo e mi asciugavo, mi guardavo nello specchio e non mi riconoscevo. Morivo dalla voglia di andare a mangiare una pizza con gli amici, gustare una granita di limone, fare una passeggiata a Mergellina. Immaginavo gli chalet strapieni di coppie innamorate, il cielo stellato, la luna sorridente, il suono delle sirene, la città immersa nel paradiso di luci che addobbano la costa. Immaginavo di vedere pesci e crostacei abbracciati che passeggiavano appassionatamente sul lungomare. Pensavo ai tifosi del Napoli seduti sulle panchine sotto le pipparelle che discutevano dei nuovi acquisti. Dei miei genitori ormai non avevo più notizie da quando mio fratello Sasa', di ritorno dal Marocco, dopo l'intervento riuscito li aveva lasciati per andarsene a convivere col suo giovane fidanzato e smesso di vendere sigarette di contrabbando. Mio fratello maggiore era in giro per il mondo: il suo mondo, quello per il quale, per abuso e spaccio di droga ero stato condannato ai domiciliari.
Era la prima volta che subivo una condanna, ma sapevo che prima o dopo mi sarebbe toccato. Me l'aspettavo. Ma, il mio pensiero andava anche a quegli amici dell'esercito dei disperati rinchiusi nelle carceri per reati assai più gravi e che dovevano restarci ancora per molti anni. E meno male che mia sorella l'unica che mi era rimasta affettuosamente vicino prima di recarsi di nascosto dal suo amante latitante, aveva preparato dei peperoncini verdi con i pomodorini e una frittata di maccheroni. Ma io non avevo fame. Impazzivo dal caldo, di solitudine, e quella maledetta televisione neanche la smetteva di provocare. Il telecomando tra le mani s'era fatto di fuoco. Cambiavo canale di continuo, ma niente di nuovo, solo interviste e collegamenti dai luoghi balneari incantevoli, spiagge favolose e mari stupendi, giornalisti truccati e attrici abbronzate e incipriate.
E tante tantissime interviste ai pescatori delle Isole Eolie, con le reti piene di pesci che ancora si muovevano e mi facevano sentire uno dei loro, se non proprio un polpo stupido e illuso finito nella rete per non aver mai fatto uso del cervello. E subito dopo ancora, interviste a personaggi e artisti sulle spiagge di Positano, Palinuro, Acciaroli e Maiori. Che bellezza quel mare azzurro, quei seni al sole, quei lati b a mandolino, barche a vela, canotti e motoscafi, ed io chiuso in casa, come un appestato, abbandonato dagli amici, dai culi, dai seni, dal mare dai monti e da tutto il ben di Dio. Ero solo. Mi veniva da cantare: "solo più che mai, senza ricordi, che non trovo più nel mio passato, un passato che più niente mi darà ". Solo ai domiciliari, senza un domani e senza un presente. E senza un futuro. Con la mente al pensiero fisso verso la libertà la quale divenne un tarlo. La imploravo, invocavo, sognavo, ne sentivo il bisogno. Per un attimo immaginai di essere Tim Robbins, il protagonista del film " le ali della libertà".
Ma solo per un attimo, perché riconoscevo di avere sbagliato a programmare il futuro, a vivere il presente. Ero stato uno stupido a pensare di voler diventare qualcuno nell'organizzazione camorristica sperando che tutti mi portassero rispetto. Mi chiedevo a cosa serve il rispetto se poi devi rinunciare alla felicità, alla libertà, se finisci prigioniero di rimorsi e punizioni, vendette e tradimenti? Maledicevo le brutte compagnie, mio padre che mi aveva utilizzato da muschillo, la mia infanzia rubata la scuola non frequentata. Maledicevo quel posto dove ero nato e coloro che l'hanno progettato, Maledicevo lo Stato latitante che ci aveva abbandonati. Fra di me pensavo e strapensavo; devo uscirmene da questo inferno, sono ancora giovane, ho diritto a sopravvivere. Non mi perdonerò mai di essere stato un venditore di morte, non voglio finire ammazzato o in qualche carcere a vita come tanti amici miei. E non voglio fare soldi sulle debolezze di tanti ragazzi e ragazze dei quali ho ancora davanti agli occhi il loro volto scavato e sofferente. No! Non voglio vendere la morte ai tanti giovani in difficoltà, a costo di essere punito dagli amici della droga e del pizzo.
Voglio scappare da questa via senza sbocchi e da questo ghetto infame voluto da politici senz'anima e senza cervello, reso peggio e trascurato da amministratori locali senza scrupoli che si ricordano di noi soltanto nel periodo delle elezioni. Questi signori non hanno mosso un dito per migliorare le nostre condizioni di vita, per favorire la nostra integrazione nella comunità locale. Era il ferragosto dell'anno che non ricordo, ora sono cittadino libero con la propria dignità di lavoratore in un grande albergo di Londra. Vivo onestamente, in pace con me stesso e con gli altri e non devo niente a nessuno. Da queste parti niente è impossibile basta crederci e impegnarsi. Sono felicemente sposato con una ragazza di Salerno, ho un figlio di nove mesi che voglio un bene da morire. Spesso gli inglesi scherzano e mi salutano dicendo " On go Neaples". Ora sono io che dico a voi: " Guagliu' Forza Napoli" e voglio anche dirvi che il nuovo inno di Clementino non mi piace. Rimango affezionato a quello di Nino D' Angelo. Bacioni e buon ferragosto da Gennaro Capozzi e ... " Forza Marigliano".
Foto di archivio
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