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Cronaca Redazione 01 luglio 2014 00:41 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Le forze dell'ordine passano al setaccio le immagini di videosorveglianza e i quartieri della città.
MARIGLIANO - Sono momenti di attesa per Giacomo Gentile, il 27enne di Marigliano vittima della Napoli violenta. Piccoli miglioramenti tengono viva la fiamma della speranza. Intanto si invoca giustizia. Si chiede che i due criminali che hanno agito a sangue freddo e senza pietà vengano assicurati alla giustizia. In queste ore gli inquirenti stanno lavorando senza sosta passando tutti gli ambienti della città, monitorando l'intera zona per acquisire le immagini di videosorveglianza, che potrebbero fornire nuovi indizi su i rapinatori che non indossavano i caschi.
Si cerca di ricostruire l’identikit del killer che era a viso scoperto. Gli inquirenti in queste ore hanno ricostruito tutto il tragitto percorso dalla coppia a bordo della Yamaha TMax. Quella maledetta sera di venerdì scorso, pressappoco alle 22:30, Sara e Giacomo insieme ad una coppia di amici partono da corso Umberto I a Marigliano. Destinazione: il ristorante “ 'A figlia do Marenaro” a via Foria per una tenera cenetta a lume di candela. Mangiano una pizza, scambiano qualche battuta con gli amici. Nel frattempo si fa oltre la mezzanotte. Decidono di rientrare a casa. Percorrono corso Garibaldi. Fanno uno strappo a piazza San Pasquale, ma senza scendere dalla moto. Passano a via Duomo e Imboccano poi il lungo mare in direzione via Vespucci. Qui avviene la tragedia.
Vengono affiancati dai due balordi che gli intimano di dargli la moto sotto la minaccia della pistola. Giacomo non fa neanche in tempo ad accennare una reazione. Anzi fa una leggera sterzata per fermarsi. Ma i malviventi non gli danno tempo, forse credono che Giacomo voglia opporsi alle loro richieste. Parte il proiettile calibro 7,65 che gli attraversa milza e fegato, raggiungendo il polmone. Il tutto avviene in pochi secondi nei pressi dell’ospedale Loreto mare, vicino alla famosa cornetteria Il Ciottolo. Giacomo nel frattempo si porta una mano all’emitorace sinistro e con gli occhi lacerati dal dolore dice al suo attentatore:”Bastardo, ma che hai fatto? Mi hai sparato. Te la stavo dando la moto”.
Nel frattempo prima di accasciarsi al suolo e di perdere il controllo del mezzo si preoccupa di Sara: accosta la moto per evitare un incidente che possa causarle del male. Da allora perde conoscenza e va in coma. Gli amici urlano. Chiedono aiuto. L’ospedale è vicino: ma i medici a causa di un’assurda legge che richiede che intervengano i sanitari del 118 non possono prestargli aiuto. Scattano i soccorsi di un parcheggiatore abusivo e di un metronotte che senza indugio si portano all’interno del nosocomio, prendono una barella e caricano il giovane. I medici viste le gravi condizioni agiscono subito: asportano la milza. Nel frattempo i familiari di Giacomo vengono informati dai genitori di Sara dell’accaduto ed inizia il calvario.
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