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Cronaca Redazione 24 giugno 2014 09:10 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Riapre la chiesa di Pontecitra - FOTO -
MARIGLIANO - Dopo due anni di chiusura riapre al culto il santuario di Santa Maria di Pontecitra. Sono terminati in questi giorni, infatti, gli interventi di manutenzione straordinaria effettuati dalla curia diocesana di Nola su delega della congregazione delle suore domenicane di Madonna dell’Arco, proprietarie della chiesa medievale dal 1953 a seguito della donazione dei suoi antichi proprietari, i conti d’Alessandro. I lavori hanno restituito la piena funzionalità alla chiesa e consentito al contempo il recupero dell’apparato decorativo interno.
Ma le polemiche non mancano per il distacco del miracoloso affresco di scuola giottesca della Madonna col Bambino che adesso è stato posizionato su un pannello mobile senza rispettare più la spazialità e i colori originali. Un affresco che era stato rimosso tra la contrarietà dei devoti e della comunità scientifica. Restaurati anche gli antichi dipinti su tela che decorano le pareti del monumento religioso tra cui la complessa pala d’altare che, secondo gli studi dello storico Giovanni Villano raffigura il “Trionfo della Maternità divina di Maria”, eseguito dal pittore molisano Giovan Vincenzo Forli. Alla cerimonia di inaugurazione ha presenziato il vescovo Beniamino Depalma.
La riapertura al culto, però, non placa i malumori. L’indice è puntato, infatti, proprio contro la nuova ricollocazione dell’affresco venerato da ben otto secoli e che rappresenta uno dei più importanti capolavori d’arte nel nolano. E’ amareggiato e sconcertato Pierfrancesco Rescio docente di Topografia dell’Italia Antica all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, che insieme ad altri esponenti del mondo universitario fin dal primo momento aveva condotto una crociata contro il distacco. Si mirava, infatti, alla bonifica e al risanamento della parete attaccata dall’umidità di risalita, secondo le più aggiornate tecniche collaudate del restauro contemporaneo.
« E’ stata una scelta calata dall’alto – sostiene Rescio- senza un confronto con la Comunità. Lo stacco è stata un’operazione drastica e irreversibile che ha tolto all’opera d’arte quella sua precipua funzione decorativa rispetto al complesso architettonico, per cui essa, appunto, fu creata”. Ci va giù duro il docente:” Un affresco importantissimo è stato trattato alla stregua di un quadro. Invita invece alla calma e alla riconciliazione nella sua omelia il vescovo monsignor Depalma. “Si ponga fine alle chiacchiere e alle polemiche. Nessuno voleva portarvi via questo tesoro. Adesso è qui con voi a protezione della comunità”.
Anita Capasso
da IlMattino
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