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Cronaca Redazione 23 gennaio 2014 00:17 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
SAN VITALIANO - Tutti a casa. Non ce l'hanno fatta gli operai della Redoil finora a vincere la loro battaglia per il lavoro. I curatori fallimentari hanno preso possesso dell’azienda spedendo a casa anche i custodi giudiziari che erano intenzionati a mantenere in piedi l’azienda che fa circa 4 milioni di fatturato all’anno.
“A chiacchiere ci hanno assicurato che non avremmo perso il posto di lavoro e che ci avrebbero impiegato in qualche altro settore. Una maniera elegante di mettere a tacere la protesta e di pigliarci in giro”.
Sono scettici gli operai che non sono in possesso di nessun documento che abbia fissato nero su bianco la loro sorte. L’unica cosa certa è la mobilità. Lunedì ci sarà un incontro decisivo che metterà faccia a faccia i lavoratori con i curatori fallimentari. Ormai per l’azienda che era il fiore all’occhiello del nolano è in atto la procedura di fallimento. Finisce un’era. “C'è poco da fare –dicono i lavoratori- ci dobbiamo considerare ex operai Redoil”.
Sono venti i lavoratori che finiranno in strada tra loro anche persone di oltre 40 anni per i quali sarà difficile trovare un nuovo lavoro. Gente con figli a carico che viene messa in strada senza pietà. La Redoil finì al centro di un’ inchiesta per evasione fiscale e da allora nonostante le commesse e il buon nome aziendale oltre al fatturato che non è mai calato, è iniziato il tracollo.
Intanto i custodi giudiziari ricorrono in appello contro il curatore fallimentare che ha messo in liquidazione l’azienda. E’ questo il tentativo estremo di Ornella Renella, Mario Porcaro e Aldo Burzo che intendono tenere in piedi questa azienda diventata il simbolo del riscatto contro i clan, dopo il sequestro avvenuto su disposizione della magistratura antimafia. Si spera che la corte d’appello che si riunirà il 5 febbraio accolga il ricorso presentato.
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