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Cronaca Redazione 09 luglio 2013 00:50 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
Ancora tensione nella fabbrica della Fiat di Pomigliano d'Arco
Pomigliano D'Arco. Minacciano di buttarsi giù dal tetto di un capannone Fiat due lavoratori di una terziarizzata. Altri due, invece, si barricano nella mensa aziendale con un coltello minacciando di uccidersi. Un altro finisce in ospedale. "Ci ammazzeremo - dicono gli operai - il lavoro è dignità e i nostri datori di lavoro ci tolgono questo diritto senza pietà",
L'azienda "Tiberina" non avrebbe mantenuto gli impegni assunti con loro che erano quelli che oggi dovevano ritornare al lavoro, dopo sei mesi di cassa integrazione a zero ore. Gli operai esasperati hanno inscenato la drammatica forma di protesta. Per l'intera giornata hanno tenuto col fiato sospeso poliziotti e carabinieri.
L'emergenza lavoro era scattata a maggio quando la Tiberina aveva dimezzato i propri dipendenti spedendone a casa 44. Soltanto 40 erano rimasti in pianta stabile. I sindacati nel frattempo, dopo intense settimane di trattative, erano riusciti a raggiungere un accordo con la rotazione tra i dipendenti. Una rotazione che avrebbe permesso a tutti di ritornare di nuovo al lavoro guadagnando qualcosa in più rispetto ai 600 euro mensili della cassa integrazione a zero ore.
10, operai, però hanno fatto causa all'azienda e forse questo deve aver scatenato l'ira dei vertici aziendali. Fatto sta che ieri la Tiberina non avrebbe mantenuto gli impegni assunti. In pratica non è stato concesso ai lavoratori di poter varcare la soglia dell'azienda così com'era stato stabilito con la contrattazione sindacale. I cinque lavoratori, così come gli altri, 39 avrebbero dovuto inaugurare questa sorta di rotazione nell'ottica della solidarietà, ritornando a produrre le lamiere della Panda. Ma tutto è saltato.
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