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Cronaca Redazione 14 febbraio 2013 00:07 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
L’intera città si è stretta intorno all’immenso dolore della famiglia Stringile
POMIGLIANO D’ARCO - Un volo di palloncini bianchi e scroscianti applausi per l’ultimo saluto allo sfortunato tenente Felice Stringile. In migliaia hanno preso parte ai funerali celebrati ieri pomeriggio alle ore 15:30 nella chiesa di San Pietro dal cappellano militare, alla presenza dei più alti vertici della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e dei Vigili Urbani.
Dietro alla bara, avvolta nel tricolore, c’era anche la povera Alice, la fidanzata di Felice che da lui aspetta una bimba. Il mese prossimo si sarebbero dovuti sposare, ma ora i loro progetti si sono infranti.
A vegliare sulla salma del povero tenente la mamma Franca, vigilessa, papà Giacomo e il fratello Toto che sono rimasti in ginocchio per tutta la funzione religiosa. “Ognuno ha un suo tempo, quello di Felice era breve”: parole commoventi quelle che usa il cappellano militare per cercare di dare conforto alla famiglia.
In tanti, anche gli sportivi e i calciatori, accorsi per salutare per l’ultima volta il loro compagno disquadra. A ricordare la passione di Felice per il pallone è la cugina: “Eri una persona fantastica, un grande sportivo, un grande calciatore, che ha giocato nell’Avellino, nel Pomigliano e nella Viribus Unitas di Somma Vesuviana”. Poi ha deposto sulla bara la maglia del Napoli , del quale Felice era tifosissimo, e la propria maglia con la scritta:”Felice sei vivo”.Sulla bara avvolta dal tricolore per onorare la sua passione per il calcio è stata eposta oltre che la maglia del Napoli e quella della 'Virtus Unitas Somma Vesuviana dove ha giocato per ultimo
La cugina, inoltre, ricorda anche quel batuffolo rosa che tra qualche mese nascerà e che non conoscerà mai il suo papà, ma che rappresenterà per i familiari del povero Felice un faro nel dolore, in questo dolore arrivato come un fulmine a ciel sereno.
Felice doveva andare a vedere la partita Napoli-Lazio nel momento in cui è morto in circostanze ancora da chiarire, dovute ,comunque, a un malore improvviso. Il tutto è avvenuto in una caserma, quella di Aversa, dove già a giugno era morto un altro finanziere. Intanto, mentre la gente ancora si interroga incredula, il feretro lascia la chiesa portato a spalla dagli zii Mimmo e Raffaele.
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