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Cronaca Redazione 22 novembre 2012 20:39 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Casalnuovo - Quest’oggi si sono concluse le operazioni di sgombero forzoso del bene di proprietà di Pasquale Esposito, nato a Napoli il 22-12-1965. La confisca, in danno allo stesso, è stata disposta dalla Corte d’Appello di Napoli – V Sezione.
I beni confiscati erano intestati ad un soggetto legato al clan Giuliano di Napoli, a cui fanno capo altri cespiti immobiliari: il clan fa capo ad un gruppo imprenditoriale che agisce nel campo settile e che ha immobili nel Cis di Nola e sui quali è già intervenuta l’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata.
Il bene confiscato è un’unità immobiliare facente parte del Parco Gallo, costituito da un appartamento si circa 100 mq con cantinola e posto auto.
Le operazioni si sono svolte senza problemi alla presenza della Polizia Municipale di Casalnuovo e dei Carabinieri.
Nel tardo pomeriggio il primo cittadino di Casalnuovo Antonio Peluso ha posto la sua firma sul provvedimento relativo alla confisca dei suddetti immobili: erano presenti i responsabili dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata guidati dal dottor Gianpaolo Capasso, che ha ringraziato il Comune di Casalnuovo per il supporto fornito durante le operazioni di sgombero e per l’esecuzione dello stesso.
“Questa operazione è di fondamentale importanza per la nostra città – dichiara il sindaco Antonio Peluso – e si inserisce in un percorso di legalità che abbiamo iniziato già diversi anni fa. E’ una risposta concreta con duplice finalità: rinforzare il concetto di legalità sul territorio e portare un vantaggio all’ente, che potrà destinare i suddetti luoghi, attenendosi alle leggi vigenti in materia, alle esigenze della comunità locale. Rispetto ad altre realtà – prosegue infatti Peluso – tutte le opere confiscate le abbiamo sempre utilizzate e destinate alla nostra comunità: si tratta di luoghi dove tuttora vengono svolte attività, anche amministrative, come testimonia l’ufficio anagrafe di Tavernanova”.
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