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Cronaca Francesco Piscitelli 17 settembre 2012 14:48 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Dubbi e timori tra gli operai dopo le parole di Marchionne su Fabbrica Italia: i cassintegrati vedono a rischio il proprio futuro e convocano unassemblea per discutere il da farsi. Appuntamento allOrologio di Pomigliano, martedì 18.
POMIGLIANO D’ARCO – “È impossibile fare riferimento a un progetto nato due anni e mezzo fa”: con queste parole, espresse in una nota divulgata giovedì scorso, la Fiat ha fatto sapere che il Progetto Fabbrica Italia è ormai superato. Le motivazioni, afferma il comunicato, si fondano sui cambiamenti avvenuti negli ultimi due anni nell’economia e nel mercato dell’auto: “Da quando Fabbrica Italia è stata annunciata nell’aprile 2010 – prosegue il Lingotto - le cose sono profondamente cambiate. Il mercato dell’auto in Europa è entrato in una grave crisi e quello italiano è crollato ai livelli degli anni Settanta”. Parole che gettano scompiglio tra sindacati, forze politiche e, ovviamente, operai.
A Pomigliano c’è chi mostra un cauto ottimismo, constatando che su questa città la Fiat ha puntato molto (la nuova Panda ha portato 720 milioni d’investimento), mettendo al riparo il Vico dalla chiusura, mentre non si può dire lo stesso per Cassino e Melfi. Se lo stabilimento non è a rischio, però, lo stesso non si può dire di chi ci lavora: il problema scottante riguarda le tute blu Fga (Fiat Group Automobiles) in cassa integrazione: nel luglio 2013 la cig scadrà per cessazione attività della Fga e, al momento, non c’è certezza di essere riassunti in Fabbrica Italia. Complessa è anche la situazione degli operai dell’indotto, impiegati negli impianti ex Ergom e Wcl: in cassa integrazione per ristrutturazione anch’essi fino al 2013, potrebbero veder procrastinato ulteriormente il loro rientro in fabbrica, se si rendesse necessaria una proroga.
Fare il punto della situazione e organizzare le future iniziative è allora l’intento dell’assemblea pubblica convocata dagli operai per martedì 18 settembre, ore 9:30, presso le sale della biblioteca comunale (all’interno dell’Orologio); in ballo c’è il destino di oltre 1800 persone, che non intendono perdere il lavoro.
Francesco Piscitelli
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