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Cronaca Redazione 29 luglio 2012 01:39 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
AVELLA - La direzione provinciale delle suore canossiane ha deciso di chiudere
la sede religiosa di Avella. Scatta la mobilitazione. Le associazioni e i
cittadini hanno avviato una raccolta di firme. Si spera con questa petizione di
raccogliere quante più adesioni possibili in modo da spingere i vertici dell’
ordine a fare dietro front. Tutte le persone interessate a firmare possono
recarsi presso il bar san Francesco, la Proloco Abella e Minimarket del popolo
portando con sé un documento di riconoscimento. L’istituzione religiosa
rappresenta un pezzo di storia locale, un faro per la comunità che è
intenzionata a difenderla fino in fondo. Presso il convento è stato attivato
anche centro di ospitalità per i pellegrini. Il complesso è immerso nel verde
e si chiama Oasi di Pace.
La struttura è ricavata da un antico complesso nobiliare del XIX secolo, donato dalla famiglia Gragnani alle suore canossiane
per farvi svolgere attività religiose come ritiri, esercizi spirituali in linea
con l’attività pastorale diocesana. La gente è veramente dispiaciuta e ha
lanciato la petizione anche su facebook. Il presidente della Proloco Pietro
Luciano in una nota scrive:” ssiane hanno deciso di lasciare Avella e chiudere
la struttura a loro affidata dalla famiglia Gragnani, unitamente alla chiesa di
Maria SS. Del Carmine, di cui Ernesto Gragnani ne fu il patrono per
edificazione, allorché fu edificato il nuovo edificio di culto resosi
necessario per l’apertura della strada provinciale Avella-Baiano, i cui lavori
terminarono il 7 luglio del 1918. Da allora le Suore di Carità hanno iniziato
un cammino di fede che le ha viste silenziose ma attive protagoniste nella
formazione dei giovani alla Comunione ed alla Cresima, di quelli che si
accingevano a pronunciare il fatidico sì, a quanti hanno lasciato questo mondo
terreno.
Le Canossiane sono diventate anche un centro per gli incontri
spirituali e non, un valido sostegno ed una presenza indispensabile di San
Pietro e di San Romano, ma soprattutto un punto di riferimento per i più
bisognosi ed i disagiati del territorio. Ultimamente l’edificio è stato
ristrutturato - continua la nota - e in una parte di esso creata una struttura
ricettiva con una cinquantina di posti letto, una cucina capace di preparare
pasti per un centinaio di persone Con un ampio parcheggio e la possibilità di
alloggiare un paio di autobus, una sala convegni multimediale. Insomma un punto
di riferimento imprescindibile per tutto il territorio avellano-baianese. La
notizia ha fatto immediatamente il giro del paese e non solo. Alcuni amici
della Comunità delle Canossiane si sono attivati, investendo della gravità
della situazione parrocchiani, cittadini, famiglie, associazioni e la stessa
amministrazione comunale nella persona del sindaco Domenico Biancardi, affinché
ognuno per la propria parte prenda coscienza della situazione ed insieme fare i
passi opportuni per bloccare questa decisione unilaterale, inopportuna ed
inconcepibile. Intanto è stata- conclude -la nota iniziata una raccolta di
firme contro la chiusura della Comunità».
La direzione provinciale delle suore canossiane ha deciso di chiudere la sede
religiosa di Avella. Scatta la mobilitazione. Le associazioni e i cittadini
hanno avviato una raccolta di firme. Si spera con questa petizione di
raccogliere quante più adesioni possibili in modo da spingere i vertici dell’
ordine a fare dietro front. Tutte le persone interessate a firmare possono
recarsi presso il bar san Francesco, la Proloco Abella e Minimarket del popolo
potando con sé un documento di riconoscimento. L’istituzione religiosa
rappresenta un pezzo di storia locale, un faro per la comunità che è
intenzionata a difenderla fino in fondo.
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