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Cronaca Loredana Monda 01 marzo 2012 10:37 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
La sentenza per Luigi Esposito è attesa per il 28 marzo 2012
MARIGLIANO - Chiusa l’istruttoria del processo, per violazione della sorveglianza speciale, a Luigi Esposito ('osciamarro). La sentenza è attesa per il 28 marzo 2012. Per l’accusa, l’uomo, considerato dagli inquirenti un personaggio di spicco della malavita locale, benché fosse sottoposto ad una misura di sicurezza, avrebbe continuato a frequentare altri pregiudicati. Al tribunale di Nola, nella mattinata di ieri, è stato ascoltato il maresciallo dei carabinieri Michele Trotta, che prestava servizio in città, fino a pochi anni fa.
Il militare ha riferito dell’esito di alcuni servizi operati dagli uomini della stazione di Marigliano, che - secondo la sua testimonianza - hanno consentito di rilevare che Luigi Esposito - difeso dal penalista Antonio Carpino - aveva, per l’appunto, violato la sorveglianza speciale, comportante anche l’obbligo di dimora nel comune di residenza, a cui era stato “assoggettato”, su richiesta del pubblico ministero, nel 2008, dopo essere uscito dal carcere. Alle circostanze descritte dal maresciallo Trotta, se ne aggiungerebbero altre.
Di esito affine sarebbero, infatti, anche servizi dei carabinieri di Castello di Cisterna. Luigi Esposito (o’sciamarro) è l’uomo che era stato considerato - dagli inquirenti - il promotore (insieme ad altri) dell’organizzazione e della gestione di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di droga, tanto da finire in una maxi operazione, del luglio 2003, della Compagnia Carabinieri di Nola, contro il cartello camorristico Autorino - Pianese - Nino. All’epoca dei fatti, furono eseguiti numerosi arresti. I boss Autorino e Pianese furono stanati subito in zona, il capoclan Nino fu arrestato alcuni giorni dopo nel casertano. A quei tempi, l’impianto accusatorio ruotava intorno a racket e droga.
Prima del blitz, attraverso le indagini su una serie di atti dinamitardi e d’esplosioni di colpi d’arma da fuoco contro attività commerciali dell’intera area nolana, i carabinieri erano riusciti, infatti, a ricostruire le attività del cartello. Secondo detta ricostruzione, le estorsioni erano praticate soprattutto a Nola e dintorni, mentre lo spaccio di droga era particolarmente fiorenze a Marigliano, dove, proprio nell‘operazione del 2003, furono arrestate, in un colpo solo, 17 persone tra cui alcune donne. L’organizzazione capeggiata dallo “sciamarro” se ne occupava, con il consenso dei vertici del cartello, tanto che - come era emerso da qualche intercettazione telefonica - se la “roba” mancava a Nola, Marigliano poteva occuparsi del rifornimento. Si tratta di vicende che erano sfociare in più processi.
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