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Cronaca Loredana Monda 15 febbraio 2012 18:17 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
Riconosciuta la regolarità dell'attività dei centri “Stanleybet”
MARIGLIANO - Era stato sottoposto a controlli dalla Guardia di Finanza il primo febbraio scorso. Era stato considerato privo delle necessarie autorizzazioni. Era stato sequestrato. Ora è stato, invece, dissequestrato, con una sentenza storica che si affianca a quelle emesse da diversi Tribunali Italiani. Stiamo parlando dello “Stanleybet“, il centro scommesse di Via Castello, i cui proprietari sono di Livelpool. Sul tavolo di discussione giudiziale, non solo la presunta assenza di autorizzazioni, ma ipotizzate irregolarità di rilievo penale.
Nella fattispecie, secondo l’impianto accusatorio ci sarebbe stata uno esercizio abusivo del gioco e delle scommesse. Il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Nola, Campoli, dopo aver recepito integralmente le argomentazioni dell’avvocato Daniela Agnello, difensore del titolare del centro, ha, tuttavia, rigettato la richiesta di sequestro preventivo formulata dalla Procura della Repubblica di Nola. Sulla scorta di sentenze della Corte di Giustizia Europea e della Corte di Cassazione Italiana, ha ordinato l'immediata restituzione di tutti i beni al titolare dell'attività.
E’ stata, quindi, riconosciuta la liceità e la regolarità dell'attività dei centri “Stanleybet”, con una conseguente disapplicazione della normativa interna, per contrasto con quella comunitaria. Il Giudice per le Indagini Preliminari ha, inoltre, evidenziato l’assenza di commissione di reati penali. Il Gip ha, infatti, precisato: “la Pubblica Amministrazione non può negare il rilascio dell’autorizzazione di Polizia sul presupposto che la concessione è rilasciata da uno Stato estero e non dal Ministero dell’Economia italiano…”.
Soddisfatto l’avvocato di “Stanleybet”, Daniela Agnello: “Anche il Gip di Nola ha riconosciuto la liceità e regolarità dell’attività dei centri “Stanleybet”, annullando l’operato degli organi di polizia giudiziaria. La pronunzia si aggiunge alla quasi totalità dei provvedimenti emessi in tutti i Tribunali italiani ove si statuisce la discriminazione subita da “Stanleybet“,l’ingiusta esclusione della società dalla partecipazione al sistema concessorio, la presenza di limitazioni non giustificati da motivi di ordine pubblico, la ritenuta violazione dei principi comunitari del Trattato istitutivo dell’Unione Europea con la conseguente disapplicazione della normativa interna e il venire meno del reato di cui all’art. 4 della legge 13.12.89 n.401”
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