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Cronaca Loredana Monda 30 dicembre 2011 18:22 Circa 10 minuti per leggerlo stampa
Il Comandante dei Provinciale di Napoli dei Carabinieri ha fornito notizie inerenti le attività svolte dai suyoi uomini nel corso dell'intero 2011. Ha tracciato, dunque, un bilancio di fine anno del lavoro svolto da Stazione, Tenenze , e Companie Territoriali di competenza da lui coordinati. L'ha fatto nel corso di una conferenza che si è tenuta nella Caserma Pastrengo, ubicata tra Piazza Monteuliveto e Piazza Salvo D'Acquisto a Napoli. Contestualmente, il Comandante Provinciale dei Carabinieri ha colto l'occasione per fare gli auguri e per augurare buon prosieguo di lavoro agli organi di stampa. Di seguito, riportiamo il prospetto contenente i datri divulgati.
OMICIDI
Gli omicidi di stampo camorristico costituiscono circa la metà di quelli consumati atteso che, su un totale di 47 delitti, 24 sono riconducibili alla criminalità organizzata, dei quali 19 commessi nel capoluogo e 5 in provincia. Tale dato deve essere inquadrato nel perdurare di lotte, anche interne, nell’ambito dei clan sia per la reggenza, sia per le contrapposizioni con altri gruppi camorristici.
Per quanto attiene all’attività di contrasto, l’Arma (che procede per 26 omicidi, di cui 13 di camorra) ha scoperto gli autori di 16 delitti, dei quali 6 riconducibili alla criminalità organizzata.
Particolare allarme e commozione hanno destato i recenti omicidi:
- del giovane Carlo CANNAVACCIUOLO, attinto mortalmente da due colpi di arma da fuoco durante un tentativo di rapina, lo scorso 4 novembre, a Santa Maria la Carità (NA);
- di Anna BEVILACQUA, accoltellata mortalmente da una parente per un mancato prestito di denaro, lo scorso 6 dicembre, a Marano di Napoli,
entrambi scoperti da militari dell’Arma, con l’arresto degli autori.
CRIMINALITÀ ORGANIZZATA
A Napoli e provincia, nonostante la costante e proficua azione delle forze di polizia e della magistratura, sono censiti ben 88 clan camorristici, le cui attività criminali condizionano significativamente le attività economiche del territorio, scoraggiando talvolta gli investimenti e le iniziative imprenditoriali e commerciali.
I risultati conseguiti nella lotta alla criminalità organizzata sono stati di assoluto rilievo, come dimostrato dall’arresto di circa 500 persone appartenenti, sodali o contigue a clan camorristici e i vari sequestri di beni, il cui valore totale supera il miliardo di euro. Ben 165 degli arrestati sono accusati di associazione di tipo mafioso (art. 416bis CP).
Tra le tante attività svolte, meritano menzione le operazioni che hanno condotto all’arresto di:
- 39 persone affiliate al clan POLVERINO, attivo nell’area Nord di Napoli e dedito al controllo di attività imprenditoriali e al traffico di sostanze stupefacenti in Italia e in Spagna. Nel corso dell’operazione - frutto di un’efficace attività di cooperazione internazionale con i militari dell’UCO (Unidad Central Operativa) della Guardia Civil spagnola – sono stati tra l’altro sequestrati beni per oltre un miliardo di euro;
- 33 persone affiliate ai clan GIONTA e AQUINO ANNUNZIATA, operanti in Torre Annunziata e comuni limitrofi, con il sequestro di beni per un valore di circa 7.000.000 di euro;
- 40 soggetti affiliati ai clan CRIMALDI e DE SENA, operanti in Acerra e zone limitrofe, con il contestuale sequestro di circa 5.000.000 di euro di beni;
- D’AVINO Salvatore, inserito nell’elenco dei latitanti più pericolosi ed elemento di spicco del clan GIULIANO operante nel quartiere Forcella, rintracciato in Estepona (Spagna).
FURTI E RAPINE
La tipologia di reati che continua a destare particolare allarme sociale e incide sulla percezione della sicurezza è senza alcun dubbio, anche in questa realtà, quella dei reati predatori, ovvero furti e rapine.
I dati statistici fanno registrare una diminuzione di questi reati, nei confronti dei quali rimane comunque incessante l’azione di contrasto che, per quanto attiene all’Arma:
- si articola sull’organizzazione di specifici servizi di prevenzione ai vari livelli e sull’oculata manovra di rinforzi di personale delle Compagnie di Intervento Operativo, quotidianamente messi a disposizione dei comandi presenti sul territorio provinciale;
- nell’anno in corso, ha consentito di arrestare 925 persone (621 per furto e 304 per rapina) e denunciarne 708 (635 per furto e 73 per rapina).
RACKET
L’estorsione, che è il delitto più caratteristico dei gruppi criminali di tipo mafioso, oltre a essere finalizzato all’acquisizione di risorse finanziarie, materializza il controllo del territorio da parte dei clan e della sudditanza che è imposta a tutti gli operatori economici.
Un’efficace azione per sradicare il fenomeno deve necessariamente poggiarsi anche sull’indispensabile collaborazione delle vittime di questo odioso reato, il più delle volte avvinte dall’omertà che il timore di ritorsioni inevitabilmente può generare.
Per dissipare questa comprensibile ritrosia è senz’altro utile l’attività espletata dalle varie organizzazioni antiracket e l’adozione di meccanismi premiali in favore di chi denuncia – per ciò solo meritevole di poter continuare ad alimentare il tessuto economico sano del territorio – laddove si è più volte constatato come altri operatori, permanendo nell’omertà, hanno potuto invece trarre vantaggi economici illeciti dalla cosiddetta protezione offerta dal racket, in termini di concorrenza sleale e abbattimento di costi, anche a danno dei propri stessi dipendenti.
Nonostante le oggettive difficoltà legate alla scarsa collaborazione da parte di commercianti ed imprenditori, l’attività dell’Arma in questa provincia ha consentito di trarre complessivamente in arresto 218 persone.
Tra le operazioni condotte, si citano le operazioni “Strike” e “Vento” che hanno permesso di trarre in arresto, in Ercolano e Napoli, rispettivamente 19 e 28 soggetti affiliati a clan operanti in quei comuni per estorsione aggravata dal metodo mafioso e altro, nonché di sequestrare circa 5.000.000 di euro.
MINORI
La delittuosità minorile è rivolta prevalentemente alla commissione di reati contro il patrimonio, tra cui furti e rapine di cellulari e motocicli ai danni di coetanei, passanti e turisti, e talvolta alla gestione delle piazze di spaccio dove i minori sono utilizzati quali vedette o come spacciatori, anche perché attratti dai facili guadagni.
Nell’anno che si conclude, precisamente il 16 novembre, si è registrato un caso di violenza sessuale di gruppo ai danni di una sedicenne della provincia da parte di quattro minori, tratti in arresto anche grazie alla piena collaborazione della vittima e della sua famiglia.
L’Arma di Napoli, in questo delicatissimo ambito e per finalità preventive, mantiene costanti rapporti con le scuole di ogni ordine e grado, anche attraverso incontri con i giovani, per promuovere la “cultura della legalità” e per monitorare ed intervenire, insieme agli enti interessati, su quei comportamenti antisociali – comunemente definiti con il termine “bullismo” – che, evidenziandosi nel contesto scolastico, possono essere intesi come il primo indizio di una devianza giovanile, prodromica, se non corretta in tempo, a una svolta criminale vera e propria.
Analoghe forme di collaborazione sono tenute con i Servizi Sociali e le Associazioni di volontariato nelle aree più degradate. In tale ottica, l’Arma ritiene senz’altro importante affermare, costantemente, la presenza istituzionale in tali aree, non solo con i tipici servizi preventivi ma anche con attività di arricchimento culturale diffuso, quali l’esibizione pubblica della Fanfara o ogni altra situazione che favorisca il diretto contatto con le comunità locali e consenta un momento di approfondimento sulle tematiche della legalità.
STALKING
Pur se contenuti nel numero, gli episodi di stalking registrati confermano come il fenomeno, più che una connotazione territoriale, abbia le caratteristiche di un male culturale, radicato nella società odierna, incline talvolta a giustificare forme di violenza subdola e ossessiva, come quella dello “stalker”, capace di creare ansia e paura oltre che compromettere il normale svolgimento della vita quotidiana del perseguitato.
Nell’ambito di questa provincia sono stati arrestati 27 soggetti e 6 denunciati a piede libero. Tra i casi in esame, si segnala l’arresto in flagranza di reato di un cittadino ucraino senza fissa dimora che lo scorso 22 aprile, a Sorrento, dopo aver posto in essere atti persecutori e violenti nei confronti della convivente e tentato di sfondare la porta d’ingresso dell’abitazione di quest’ultima, cercava di darle fuoco con del liquido infiammabile.
Sul piano degli interventi, dunque, in uno con la dovuta risposta repressiva, si annette particolare importanza anche all’azione informativa e di supporto delle tante associazioni costituite al riguardo.
ABUSIVISMO COMMERCIALE
L’abusivismo commerciale, come dato d’esperienza operativa, fonda la sua redditività sullo smercio di prodotti contraffatti o commercializzati abusivamente.
Le dimensioni di tali illeciti sono rilevanti e si riverberano senz’altro sulle attività legali, assumendo una connotazione ancora più odiosa quando vengono commessi nelle immediate adiacenze di attività commerciali regolari.
Al riguardo, è in atto un’azione coordinata di interventi istituzionali nell’ambito del capoluogo, nelle zone di via Toledo, corso Umberto e piazza Garibaldi, soprattutto per il contrasto agli ambulanti che commercializzano prodotti contraffatti, i quali rappresentano uno dei settori a cui la criminalità ha già da tempo rivolto la sua attenzione.
In merito, va sottolineato che a tutt’oggi i compratori, che alimentano il mercato secondo le più elementari regole di economia, non hanno ben compreso che la loro azione è perseguibile amministrativamente perché illecita (nel senso numerose sono le contravvenzioni elevate).
Sul piano dell’attività di contrasto è stato sequestrato oltre un milione di euro di merce contraffatta, denunciate 65 persone e tratte in arresto 92, nonché, contestualmente, sono state denunciate 26 persone e altrettante arrestate per commercio abusivo.
CONTROLLI FABBRICHE E DEPOSITI ED ESERCIZI DI MINUTA VENDITA DI MATERIALE ESPLODENTE NONCHÉ CONTRASTO ALLA VENDITA ILLEGALE
L’Arma in questa provincia è costantemente impegnata nell’assicurare il rispetto della normativa di settore da parte dei titolari di fabbriche, depositi e esercizi di vendita al minuto di fuochi e esplosivi autorizzati ai sensi dell’art. 46 e 47 del T.U.L.P.S.
Oltre ai controlli d’iniziativa, a seguito di riunioni tecniche presso la locale Prefettura, sono state definite le linee guida per il contrasto alle attività illecite, nonché per il rispetto della normativa di riferimento proprio in vista delle festività natalizie e di fine anno.
In tale quadro, sono stati effettuati in totale 77 controlli, di cui 12 a fabbriche/depositi e 65 a esercizi di vendita al minuto.
Per quanto concerne il contrasto della vendita illegale di materiale esplodente, fino alla data odierna sono stati sequestrati circa 8 tonnellate di “botti” illegali, arrestate 25 persone e denunciate 18.
Tra i sequestri, rilevano quelli di veri e propri depositi/laboratori clandestini di produzione, come dimostrato:
- lo scorso 23 dicembre, durante un’operazione svolta tra il quartiere di Napoli-Secondigliano e il comune di Melito, che ha portato al sequestro di 13.000 artifizi artigianali tipo “cipolla” (pari a 2.210 kg), 600 kg di materiale esplosivo per il confezionamento di ordigni e 120 inneschi chimici;
- il successivo 28 dicembre, a Casoria, dove sono state sequestrati 237 ordigni esplosivi artigianali (per un peso complessivo di 350 kg), più di 80 kg di sostanze per il confezionamento (clorato di potassio, zolfo, ecc.), 2.500 tubetti di polvere pressata per l’allestimento di artifizi pirotecnici e altro.
Ma l’opera dei Carabinieri nella specifica materia passa anche e soprattutto attraverso una campagna di sensibilizzazione avviata dal mese di novembre, che vede il personale dell’Arma, in particolar modo gli artificieri, impegnato nelle conferenze presso gli istituti scolastici di Napoli e provincia sul tema della “cultura alla legalità”, con particolare riferimento all’utilizzo dei fuochi pirotecnici. In particolare, dal 16 novembre ad oggi sono stati effettuati 23 incontri con scolaresche da parte del personale artificiere del dipendente Nucleo Investigativo.
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