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Cronaca Sebastiano Monda 22 agosto 2011 22:31 Circa 1 minuto per leggerlo stampa
La CGIL promuove una petizione perché non si cancelli l’identità e la storia dell’Italia, assurta al rango di repubblica democratica, fondata sul lavoro, a seguito della lotta di liberazione dal nazifascismo
Il governo Berlusconi intende cancellare, perché di questo si tratta, le ricorrenze civili e laiche: festa di Liberazione dal nazifascismo, festa del Lavoro, festa della Repubblica. La proposta di spostare le date del 25 aprile. 1 maggio, 2 giugno alla domenica, contenuta nel decreto legge 138/2011, nasconde, e neppure tanto, la volontà dell’esecutivo di annullare la memoria storia del nostro paese, divenuto Repubblica democratica fondata sul lavoro a seguito della lotta di liberazione dal regime del ventennio.
Per contrastare l’ennesimo sconcio di un governo mentitore, che per anni si è prodigato perché s’immaginasse un’Italia, isola felice, immune da ogni contaminazione di crisi economica, salvo poi ad approvare , per imposizione esterna, una manovra economica di azzeramento del debito pubblico che avrà come effetto l’infoltimento ulteriore delle sacche di disoccupazione e una recessione per quanto attiene lo sviluppo.
La CGIL lancia una petizione per salvaguardare il giorno della Liberazione, quello del lavoro e quello della Repubblica. Sul proprio sito, cgil.it è attivo il link che permette, a coloro che hanno a cuore la salvaguardia dell’identità e della storia d’Italia, di apporre la propria firma a supporto dell’iniziativa sindacale.
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