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Cronaca Redazione 21 aprile 2011 23:58 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
SANT'ANASTASIA - Necessità di riorganizzare la macchina comunale, apportando correttivi in funzione della sfida del federalismo, dell’efficienza, delle competenze e della volontà di lavorare agli obiettivi del programma amministrativo; netto no all’assunzione dei vigilini; attenzione al verde, con un programma che dovrà rivoluzionare il paese; dialogo con l’opposizione in un clima disteso e collaborativo; disabili, scuole, piano regolatore e P.U.C. come priorità assolute per l’anno in corso; battaglia per la zona rossa da rivedere e orientamento politico favorevole alla costruzione con criteri antisismici di nuove case al posto delle vecchie case da abbattere. Questi i grandi temi del programma amministrativo del Sindaco, Carmine Esposito, illustrati ai giornalisti, ai dipendenti comunali ed al pubblico presente in Sala Consiliare per lo scambio di auguri pasquali di questa mattina.
“C’è bisogno di rinsaldare i rapporti tra i dipendenti di questo Ente, capisco anche che c’è stato un momento di frizione, necessario per attuare il programma amministrativo in coerenza con quanto affermato anche in campagna elettorale e, poiché non sono in linea di principio contro nessuno, sono disposto a rivedere la macchina amministrativa. Attraverso un’assemblea con i dipendenti si potrà rivedere l’organizzazione, anche in base alle reali competenze di ciascuno ed alla disponibilità ad attuare con criteri di efficienza ed efficacia gli obiettivi dell’Amministrazione. Il federalismo – ha affermato il Sindaco, Carmine Esposito – è alle porte e dobbiamo interrogarci su come porci per portare questo Ente all’avanguardia. Questo è un comune sano e c’è un apparato preparato. Se c’è una cosa a cui porre rimedio è intervenire su coloro che lavorano poco e su coloro che lavorano molto ma con un rendimento che, secondo la mia visione, è soltanto sufficiente. Dobbiamo renderci conto che il Comune più di tanti Enti è esposto al giudizio del pubblico, è una vetrina.
Quindi se c’è un ufficio che non funziona ho il dovere di intervenire? Vi deve essere maggiore dialogo tra noi, i responsabili e i dipendenti, perché tutti sappiano bene come operiamo e tutti possano dare ai cittadini risposte non solo adeguate ma che rispondono alla verità sull’operato dell’amministrazione. Quindi tengo a chiarire, sulla questione dei vigilini, che mi sono personalmente assunto una responsabilità nel firmare loro il contratto tempo fa, con una clausola schietta, da loro firmata, di rinuncia a rivalersi verso l’Ente. Dopo pochi giorni, nonostante la loro accettazione e anche contro il valore morale del patto statuito nel contratto con le nostre firme congiunte dinanzi ad un organo superiore, è arrivata all’Ente la loro denuncia di rivalsa. Vi rendete conto che un Sindaco questo non lo può accettare e non l’accetto. Non riassumerò i vigilini. C’era stato tutto un percorso, condiviso anche dal consiglio comunale, che aveva aperto loro uno spiraglio e me ne assunsi la piena e personale responsabilità, ma, e l’ho detto anche al Prefetto, alla luce dei fatti non è possibile più assumerli, se non per regolare concorso aperto a tutti. Veniamo ai programmi futuri che, grazie al clima disteso registrato in Consiglio Comunale - va riconosciuto il ruolo di Giovanni Barone (PD) che ha aperto la strada al dialogo costruttivo - potremo affrontare con maggiore serenità.
Le priorità, che affronteremo con il federalismo ormai alle porte, sono il verde, con una gara importante per ammodernare tutto il paese con verde e fiori; poi i disabili e la scuola che avranno la massima attenzione. Importante sarà il piano regolatore, il P.U.C. e la “battaglia sulla zona rossa”. Noi continueremo a sostenere le nostre posizioni, finché la Regione non ci dirà che il nostro è un paese da evacuare. Ci devono dire chiaramente che il paese deve morire e se ne devono assumere la responsabilità. Noi sosteniamo che, stando dentro le regole, la logicità e la ragionevolezza, in questo paese si può costruire. Ritengo, da Sindaco, che un cittadino ha il diritto di abbattere una catapecchia in cui vive per ricostruire un’abitazione antisismica, nuova, decente ed igienica per restare nel suo paese.
Non condivido, quindi la posizione di Tagliatatela e Caldoro, che ci devono dire che fine deve fare il nostro territorio. E, mentre comprendo la posizione di Sindaci di paesi come Portici, Ercolano ecc. che territorialmente hanno problemi diversi dal nostro, mi dispaccio dei miei colleghi sindaci di paesi come il nostro che non lottano con me per la tutela e lo sviluppo del territorio, chiuso in una morsa dall’interpretazione restrittiva al massimo dei vincoli sulla zona rossa. Lancio loro un monito: noi continueremo la battaglia per far “vivere” il nostro paese e siamo disposti anche a diffondere le nostre posizioni ai cittadini dei paesi come il nostro, perché dobbiamo e possiamo assicurare, senza necessariamente influire sulla crescita demografica, la ristrutturazione delle abitazioni e il loro adeguamento ai possibili rischi di un’eruzione del Vesuvio”.
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