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Cronaca Redazione 09 ottobre 2010 23:51 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
La Provincia di Napoli ospiterà per il prossimo 11 e 12 ottobre nell’Aula Consiliare a Santa Maria La Nova l’International Workshop on Muon Radiography of Volcanoes, un evento scientifico promosso dall’Assessorato all’Urbanistica e organizzato da fisici e vulcanologi del Dipartimento di Scienze Fisiche dell’Università di Napoli Federico II, della Sezione di Napoli dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
L’argomento del Workshop riguarda una metodologia, nel seguito brevemente illustrata, capace di fornire nuovi dati per la conoscenza dei vulcani e quindi di interesse per un ambiente più largo di quello puramente scientifico. Il principio della Radiografia Muonica è analogo a quello della Radiografia X per il corpo umano. Mentre la luce è totalmente assorbita dal corpo umano, i raggi X lo possono penetrare essendone solo parzialmente assorbiti. Gli organi interni sono così “visti” su un “lastra per raggi X”, che evidenzia la mappa del loro diverso assorbimento a seconda della densità dei tessuti attraversati.
I “muoni” sono particelle elementari simili agli elettroni ma di massa molto maggiore e, quindi, così penetranti da attraversare spessori di roccia dell’ordine del Km. In particolare, i muoni quasi orizzontali che sono naturalmente prodotti nell’interazione dei raggi cosmici di altissima energia con l’atmosfera terrestre possono anche attraversare la parte sommitale di un vulcano. Il ruolo della lastra per i raggi X può essere svolto da uno speciale strumento, detto “telescopio muonico”, posto sulle pendici del vulcano. Esso deve essere capace di determinare con precisione la traiettoria dei muoni che lo attraversano provenendo dalla parte opposta e quindi di costruire una mappa del diverso assorbimento che subiscono i muoni a seconda della densità delle rocce attraversate. Questa mappa può così fornire una “radiografia muonica” della parte sommitale del vulcano e permette di “vedere” la sua struttura interna. Le difficoltà aumentano con le dimensioni del vulcano, per cui ad esempio una radiografia del cono del Vesuvio rappresenta una sfida scientifica estremamente ardua e richiede nuovi sviluppi scientifici e tecnologici rispetto alle prime pionieristiche osservazioni fatte in Giappone, ove questa metodologia è stata introdotta.
La radiografia muonica della parte sommitale di vulcani non fornisce elementi utili alla previsione di una eruzione, che dipende da fenomeni a grande profondità che sono investigati con altre tecniche. Essa può tuttavia condurre a importanti informazioni per la conoscenza delle strutture più superficiali dei vulcani e quindi per il perfezionamento di modelli di calcolo che permettano di simulare le possibili vie e modalità di una eventuale eruzione. Risulta evidente la rilevanza che assume questa ricerca in Vulcanologia, anche per quanto riguarda l’acquisizione di elementi complementari per una migliore comprensione dei rischi vulcanici.
Nel corso del Workshop, una particolare attenzione verrà rivolta al Progetto MU-RAY. Tale progetto è condotto da una collaborazione internazionale, in cui lavorano gruppi di Napoli, oltre a gruppi di Firenze e Perugia, unitamente a giapponesi, americani e francesi. Il progetto ha il sostegno dell’Università di Napoli Federico II, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Il progetto implica la realizzazione di una nuova strumentazione, basata su tecnologie innovative. Questa strumentazione verrà impiegata per la radiografia muonica di vulcani e in particolare dello Stromboli e in prospettiva del Vesuvio. Come sopra accennato, le dimensioni e la morfologia del Vesuvio fanno sì che una sua radiografia muonica rappresenta una sfida scientifica molto impegnativa e difficile.
Gli sviluppi della ricerca potranno, in linea di principio, avere riflessi rilevanti anche sulle problematiche relative alla pianificazione territoriale che, nell’area napoletana, è chiamata a confrontarsi necessariamente con il rischio Vesuvio.
I Lavori saranno aperti da Nello Palumbo, Assessore all’Urbanistica della Provincia di Napoli e dal Prof. Paolo Strolin dell’Università degli studi di Napoli Federico II e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
La Provincia interverrà con i suoi rappresentanti istituzionali, on. Luigi Cesaro, Presidente della Provincia e dal dott. Luigi Rispoli, Presidente del Consiglio. E’ prevista la partecipazione di illustri scienziati italiani e stranieri.
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