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Cronaca Redazione 05 agosto 2009 17:24 Circa 4 minuti per leggerlo stampa
Una delle questioni filosofiche che risalgono alla notte dei tempi è sicuramente quella del rapporto tra il reale-divenire e l’uomo. In particolare, la dicotomia è stata espressa come un contrasto tra Divenire ed Immutabilità. Andando oltre pregiudizi mentali, credo che un primo passo per capire in modo chiaro le strutture dell’essere debba essere quello di affermare ciò che l’osservazione ci suggerisce ovvero che l’essere come reale è divenire. L’essere è divenire perchè è palese che le cose semplicemente cambiano. Il cambiamento non è quindi in sè un quid negativo nè positivo. Accade. Per dirla in modo apparentemente “banale” (col linguaggio comune): è così che vanno le cose, non sono mai uguali a se stesse.
Il grande errore che si può commettere prendendo consapevolezza di questo stato di fatto è quello di rapportarlo all’essere nella sua interezza, confondendo una delle caratteristiche dell’essere con l’essere stesso nella sua totalità. Celebre a tal proposito è un passaggio di Diderot nel suo “Supplemento al viaggio di Bougainville“: << C’è qualcosa di più assurdo di…un giuramento di immutabilità pronunciato da esseri fatti di carne, davanti a un cielo che non è mai lo stesso, all’interno di antri che cadono in rovina, sotto una roccia che va in polvere, ai piedi di un albero che si fessura, su una pietra che vacilla? >>. Diderot intende attaccare con queste frasi la religione, in particolare quella cattolica ed il suo sacramento del matrimonio. L’illuminista confonde però un aspetto dell’essere confondendolo con la sua totalità e ne trae anche un’implicazione morale: il divenire è la legge, il divenire è il libero arbitrio che falsi precetti imposti cercano di limitare compromettendo una giusta e perfetta convivenza civile.
Il divenire assurge così come Valore fondante dell’intera struttura dell’essere pensato dagli illuministi, che negano quindi la possibilità di altre categorie alla base dell’essere. L’Essere nella sua totalità presenta invece un’altra connotazione ancora più fondante:
-l’eternità: l’essere è un eterno divenire, la possibilità del cambiamento la si può ritrovare solo se alla base c’è un quid che non è sottoposto al divenire stesso, ma ne sia al contrario, per dirla con Aristotele, il primo motore immobile.
Se l’assunzione del divenire come valore universale pare non causare danni, in realtà essa implica la cancellazione della presenza nella storia di Valori eterni capaci di fondare l’etica dell’uomo e di conseguenza il suo agire nella storia in vista del Bene.
Il divenire, al contrario, non è il valore, bensì possono essere mutevoli le declinazioni storiche dei valori eterni cui si è fatto precedentemente menzione. A differenza di quanto ne pensino o ne abbiano potuto pensare i nostri maestri dell’illuminismo, a partire dal divenire come Valore non potrebbero mai realizzarsi fratellanza, libertà ed uguaglianza: se tutto è mutevole niente può essere certo, men che meno le libertà individuali ed universali.
Il divenire come Valore, inoltre, deresponsabilizza. Se tutto cambia, nessuno può sentirsi in errore nel compiere un’azione visto che non possono esserci conseguenze certe sia nel campo giuridico che in quello morale.
E’ quindi fondamentale ritornare ad un’Idea di sintesi, una visione del mondo, una Weltanschauung capace di:
- Riscoprire i valori eterni capace di ri-collegare in modo più diretto l’azione dell’uomo con l’eternità dell’Essere.
- Individuare un linguaggio in grado di garantire la massima accessibilità alla visione del mondo proposta: l’obiettivo è l’universalità del messaggio.
- Individuare i canali di comunicazione in grado di garantire ad ogni livello il raggiungimento del maggior numero di persone.
- Individuare le giuste declinazioni storiche, capaci di realizzare concretamente la visione del mondo senza lasciare campo a possibilità di totalitarismi e dittature, ma in grado di rimettere al centro del reale un modello fondamentalmente gerarchico ed organico della società.
I tempi sono maturi per il cambiamento, Si cercano uomini nuovi.
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