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Cronaca Redazione 27 aprile 2009 01:50 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
Una delle iniziative che segnalerò alla prossima Amministrazione Comunale, sarà quella di promuovere ed organizzare in permanenza una pubblica manifestazione nella quale mostrare alla Città il volto dell'altra Marigliano: quella laboriosa, studiosa, creativa ecc,insomma il volto positivo di quella parte della città che va in cronaca per fatti delittuosi, malavitosi o che,
comunque, non offre un'immagine positiva della nostra comunità.
C'è un'altra Marigliano che va orgogliosamente mostrata,rispettata,onorata e quindi
Additata alla pubblica opinione ed ai giovani in particolare, perché comprendano il
messaggio e ne interiorizzino il valore. Istituire,perciò,il Premio Città di Marigliano,una sorta di "omaggio al merito",già sperimentato con successo alla Scuola Media Statale Elia Aliperti.
Una manifestazione di grande spessore culturale,che sia la vetrina nobile di talenti mariglianesi,che onorano la nostra terra nel campo della cultura,delle scienze,delle arti,della tecnologia ecc.ecc.
Se ciò fosse già avvenuto,certamente sarebbe stato premiato un giovane ricercatore mariglianese, già allievo del prof. Giuseppe Caliendo ( un altro talento e studioso mariglianese ordinario di Chimica Farmaceutica alla Federico II), Raffaele La Montagna ventisei anni, laurea in farmacia col massimo dei voti e lode, ricercatore di oncologia genetica in un centro si altissima specializzazione a Filadelfia .
Sta lavorando ad uno studio, a cui tutto il mondo scientifico ed accademico guarda con
fiduciosa speranza, con l’obiettivo di mettere a punto farmaci antitumorali “mirati”.
E' stato intervistato dal settimanale a tiratura internazionale,Panorama del marzo scorso sullo stato del suo lavoro scientifico. Riportiamo l'intervista.
Per 8 ore disegno molecole
In che consiste la sua attività?
Disegno molecole. Lo scopo è mettere a punto farmaci antitumorali intelligenti, cioè in grado di colpire cellule maligne senza danneggiare quelle sane. Il mio obiettivo è creare un farmaco collegato all'Rb2, il gene che ha un ruolo decisivo in diversi tipi di cancro, scoperto nel 1993 dal professor Giordano.
Per quali tipi di tumore si potranno utilizzare questi farmaci?
Nel cancro al fegato, alla prostata, al polmone, all'ovaio e in alcune forme di tumore al cervello.
Fra quanto tempo saranno disponibili sul mercato?
La commercializzazione dei prodotti non dipende da noi ricercatori. Il mio lavoro finisce quando il farmaco è pronto per la sperimentazione che sarà effettuata prima in un laboratorio indipendente, poi sugli animali e infine sull'uomo.
In quale fase è l'indagine di laboratorio?
Già da 15 anni i ricercatori dell'istituto Sbarro studiano i meccanismi molecolari che sono alla ba-se del funzionamento dell'Rb2 nel ciclo cellulare. Mio compito iniziale è stato raccogliere queste informazioni per sviluppare un peptide, ossia una sequenza di amminoacidi capaci di regolare le funzioni collegate a tale gene che spesso, in caso di neoplasie, risultano alterate.
Il prossimo passo?
Trasformare il peptide in un farmaco vero e proprio, mediante la preparazione di molecole chimiche che abbiano funzioni analoghe a quelle umane. Gli esperimenti in laboratorio richiedono tempo. Il lavoro deve ricominciare daccapo ogni volta che si individua un punto debole nella struttura del peptide, perché è necessario ripetere tutti i test.
La struttura del peptide è una sorta di tela di Penelope, ogni giorno dovete ripartire da zero...
Occorrono pazienza e determinazione, ma i risultati arrivano: in due anni sono riuscito a ottimizzare struttura e funzioni della sequenza di amminoacidi.
Un lavoro solitario o di gruppo?
La mia attività di ricerca procede insieme ad altri studi condotti nello stesso istituto. Un ricercatore pisano, Tiziano Tuccinardi, si occupa per esempio di analizzare le interazioni tra il farmaco e il suo recettore.
Siete gli unici a portare avanti questo progetto di ricerca?
No, altri centri stanno studiando il nostro gene, ma noi siamo gli unici che stanno cercando di mettere a punto un farmaco collegato all'Rb2. L'istituto ha coperto con cinque brevetti internazionali questo progetto.
Quante ore trascorre in laboratorio?
Otto, a volte di più, quasi mai di meno. Ma non esiste una giornata tipo, ognuna è diversa dall'altra.
Maria Pirro
Da Panorama del 6 marzo 2009
Vincenzo Pagliarulo
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