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Cronaca Redazione 14 novembre 2008 00:03 Circa 3 minuti per leggerlo stampa
SAN GENNARO VESUVIANO - Per quanto discutibile, incostituzionale, atto a rendere i cittadini dissimili di fronte alla legge a secondo del luogo geografico in cui si è collocati, ha trovato applicazione, anche nell'area nolano - vesuviana, il decreto del Governo Berlusconi, che punisce con l'arresto chi viene colto nella flagranza di sversamento di rifiuti.
Le forze dell'ordine sono, d'altra parte, tenute ad astenersi da valutazione. Sono obbligate a fare rispettare leggi, decreti legge, decreti legislativi, regolamenti. Nella mattinata del 13 novembre 2008, a San Gennaro Vesuviano, nel quadro di una più ampia attività tesa al contrasto dello smaltimento illecito di rifiuti, i carabinieri della locale stazione hanno, così, arrestato quattro cinesi.
A finire in manette, con il servizio coordinato dalla Compagnia di Nola al comando del Capitano Gianluca Piasentin, il quarantottenne Lì Zhang (residente a Ottaviano), il quarantaseienne Ping Zhang (sedicente, privo di regolare permesso di soggiorno, senza fissa dimora), il trentaquattrenne Zhifeng Zhang (sedicente, privo di regolare permesso di soggiorno, senza fissa dimora) e il trentasettenne Weihui Jie (sedicente, privo di regolare permesso di soggiorno, senza fissa dimora), ritenuti responsabili della violazione dell'articolo 6 del decreto legge 6 novembre 2008 n.172.
I tre uomini, fermati in flagranza, sono stati sorpresi, alla periferia di San Gennaro Vesuviano, in prossimità di un opificio tessile abusivo (di cui è risultato essere proprietario il quarantottenne), mentre abbandonavano, in un'area attigua (sotto un tratto di sopraelevata della Tav) 80 sacchi, di volume superiore a 0,5 mc. ciascuno e del peso complessivo di 40 quintali, contenenti materiale di scarto della lavorazione dei capi di abbigliamento (stoffe di vario genere, pellami, cellophane, plastica e carta), classificabile quale rifiuto speciale. Contestualmente, i militari dell'Arma hanno sottoposto a sequestro il citato laboratorio tessile (dalla superficie di 100 metri quadrati circa, avviato alle attività in assenza di qualsiasi titolo autorizzativo), per violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e per gravi carenze igienico-sanitarie.
Hanno segnalato alla magistratura il titolare per sfruttamento della manodopera clandestina al fine di trarne profitto dalla condizione di illegalità , altresì favorendone la permanenza sul territorio nazionale. Espletate tutte le formalità di rito, gli arrestati sono stati trattenuti in camere di sicurezza, in attesa del giudizio con rito direttissimo che si terrà in mattinata al Tribunale di Nola. I quattro arresti di San Gennaro Vesuviano non sono, però, gli unici eseguiti, per la violazione dell'articolo 6 del decreto legge 6 novembre 2008 n. 172, dalla Compagnia di Nola. Altri sono stati operati, il giorno precedente, a Palma Campania.
In tale circostanza, in manette, in flagranza, sono finiti altri tre stranieri originari, però, del Bangladesh. Sono stati arrestati il ventinovenne Ahmed Selim, il ventinovenne Sikder Jamaluddin e il ventiquattrenne Bepary Jabed, tutti sedicenti, privi di regolare permesso di soggiorno, senza fissa dimora. I tre uomini, verosimilmente dipendenti "in nero" di uno degli opifici dell'area, nella prima mattinata, sono stati sorpresi dai militari dell'Arma della locale stazione mentre abbandonavano, sul ciglio della strada, in prossimità di un terreno incolto dove erano giunti a piedi, 3 sacchi di plastica nera di grosse dimensioni, di volume superiore a 0,5 mc ciascuno, del peso complessivo di 40 chilogrammi, contenenti materiale di scarto della lavorazione tessile (stoffe di vario genere, pellame, cellophane, plastica e carta), classificabile quale rifiuto speciale.
Anche per loro era stato disposto il rito direttissimo. Gli avvocati dei tre stranieri, al termine dell'udienza di convalida dell'arresto, hanno chiesto di essere giudicati con rito abbreviato, rinviato ad altra data, previo consenso dal pubblico ministero che era in aula.
L.M.
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