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Cronaca Redazione 20 giugno 2010 00:29 Circa 2 minuti per leggerlo stampa
MARIGLIANELLA - Sono stato dirigente sindacale della CGIL, per circa 30 anni. È la mia vita. Ho firmato centinaia di accordi sindacali, ma questo della FIAT AUTO di Pomigliano, non lo sottoscriverei mai. E non comprendo il comportamento della mia organizzazione. Ci sono cose che non si possono condividere, soprattutto per chi ha duramente lottato e compiuto sacrifici per conquistare diritti e per tutelare la dignità dei lavoratori. Mi riesce difficile immaginare che la legittimità dell’eventuale sciopero, debba essere affidato a giudizio dell’azienda.
Sinceramente, resto basito di fronte al “detto e non detto” del Pd di Bersani. Mi sarei aspettato che questo partito potesse assumere almeno la stessa presa di posizione , che lo caratterizza, giustamente, sui problemi della giustizia e dell’informazione. Che razza di partito riformista e progressista è quello che assume come slogan la tutela dei diritti delle persone, e dopo rimane inerte di fronte alla messa in gioco dei diritti dei lavoratori? I vari dirigenti del Pd napoletano e campano, i vari deputati e senatori che si contendono la gestione del partito fra bassoliniani e antibassoliniani, dove sono finiti?
Di certo se ci fossimo trovati al Nord, a Varese o Gallarate, fuori ai cancelli della fabbrica ci sarebbe stata la Lega di Bossi, con i Consigli della Provincia e della Regione riuniti ad oltranza. So bene che la permanenza della FIAT a Pomigliano è importante e va difesa. Come so bene che ci sono molte cose che non vanno, a partire da centinaia di lavoratori che non fanno il proprio dovere, altri che svolgono il doppio lavoro, altri ancora che sono assenteisti cronici, per cui occorre riorganizzare la fabbrica, alzare la qualità del prodotto. Mi rifiuto però di pensare che ciò debba passare attraverso la messa in discussione dei diritti dei lavoratori.
Della libertà delle persone. Voglio anche comprendere la preoccupazione della CGIL a prevenire e “raffreddare” un ambiente che rischia di ripercorrere strade di lotte inedite che in periodi non molto lontani procurarono violenza e terrorismo, e sarei d’accordo perfino ad assumermi le responsabilità sindacali per mandare a casa i lavativi, qualche approfittatore, e finanche qualche rappresentante sindacale disonesto,e perché no,anche qualche dirigente aziendale che ha fatto da sempre il bello e cattivo tempo con questi soggetti.
Ma da qui a firmare accordi come quello di Marchionne per Pomigliano, non solo è una mortificazione delle giuste conquiste del passato, ma è un suicidio per il sindacato. È un ritorno all’indietro senza la speranza del futuro. Per queste ragioni mi schiero al fianco della FIOM.
Andrea America
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